Diversi indicatori macroeconomici indicano questa come la via più probabile per i bond dell’Eurozona
Come spesso accade, le borse forniscono preziosi elementi di interpretazione degli scenari economici futuri. In questo caso, è il mercato obbligazionario europeo che sta lanciando ai trader dei segnali su cosa succederà in termini di inflazione e tassi di interesse della Bce.
Tutti gli elementi sul piatto lasciano presagire, in particolare, che la spirale inflazionistica al rialzo in corso, oltre i livelli previsti, spingerà la Banca centrale a rivedere la sua politica di tassi negativi prima ancora di quanto inizialmente prefissato.
Per la prima volta dal 2014 quindi potremmo assistere alla prima chiusura dei tassi sopra lo zero. Dei segnali indicativi in tal senso provengono dai rendimenti a due anni tedeschi, particolarmente sensibili alle variazioni del tasso guida di riferimento.
La curva delle obbligazioni di Berlino si è appiattita a causa del ritardo delle scadenze più a breve termine e in generale quasi tutte le obbligazioni dell’eurozona hanno performato negativamente rispetto a quelle statunitensi e britanniche, con un recupero dell’euro sul dollaro.
Secondo gli operatori del settore la Banca centrale europea distribuirà questo incremento dei tassi aumentando di un quarto di punto in due occasioni da qui a ottobre.
«Ci sono certamente rischi al rialzo per l’inflazione nell’area dell’euro – spiega l’analista capo della Danske Bank Piet Christiansen – Non credo che scatenerà un cambiamento significativo nella posizione della BCE alla riunione di aprile, ma questo aumenta sicuramente il rischio di una riunione di giugno ancora più aggressiva».
Confermano questo quadro anche le recenti parole di Christine Lagarde che, rimarcando i “rischi significativi per la crescita” connessi alla guerra in Ucraina, che hanno introdotto una “notevole incertezza“, il rincaro energetico e delle commodities. Tutto questo “probabilmente” farà aumentare l’inflazione.
«Il modo migliore in cui la politica monetaria può affrontare questa incertezza è enfatizzare i principi di opzionalità, gradualità e flessibilità» ha spiegato la presidente della Bce.
Così, nel terzo trimestre le autorità finanziarie potrebbero interrompere il regolare acquisto di obbligazioni, salvo fondamentali cambiamenti rispetto all’inflazione dell’Eurozona.
di: Marianna MANCINI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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