
Un ordine del giorno depositato nell’ambito del decreto energia vuole scorporare l’imposta dal pagamento delle utenze energetiche
Ci sono novità in arrivo per quanto riguarda il canone Rai. In Parlamento se n’è discusso nell’ambito del decreto energia, con l’approvazione di un ordine del giorno presentato da Maria Laura Paxia del Gruppo misto.
L’intervento si pone come una riformulazione normativa e prevede di adottare misure “dirette a scorporare dal 2023 il canone Rai“: dall’anno prossimo dunque il canone potrebbe non essere più inserito direttamente in bolletta come avviene ora.
Si tratta di un impegno che l’Italia aveva già preso con l’Unione Europea, atto a scorporare il canone dalla bolletta energetica, in quanto onere improrpio.
Precisiamo comunque che l’ordine del giorno non è vincolante; viale Mazzini si è già detto contrario a questa proposta che rischierebbe di ridurre le entrate dal canone assicurate dalla bolletta; precisiamo anche che il canone italiano è anche il più basso d’Europa, come abbiamo visto qui.
La Rai vorrebbe quindi scongiurare una misura che potrebbe mettere a rischio i conti già disastrati della tv pubblica, che nel 2020 era in rosso per 604 milioni di euro.
L’ordine del giorno ha quindi un carattere accessorio e l’esito della discussione in aula non è affatto scontato.
Ad oggi sono tenuti a pagare il canone Rai tutti i clienti intestatari di un’utenza di energia elettrica nell’abitazione di residenza, indipendentemente dal numero di televisioni possedute. Dal 2016 questa imposta è inserita direttamente nella bolletta elettrica, con una rateizzazione in 10 tranche mensili dell’importo (90 euro in totale).
In alternativa, i cittadini con reddito di pensione non superiore a 18mila euro possono richiedere al proprio ente pensionistico di saldare il canone Rai con addebito diretto sulla propria pensione; la domanda va presentata entro il 15 novembre dell’anno precedente.
Sono esonerati dal pagamento del canone coloro che non possiedono un televisore o un apparecchio che riceve il segnale radiotelevisivo e gli over 75 con reddito non superiore a 8mila euro.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO