
Mentre Von der Leyen rilancia la concessione dello status di candidato Ue a Kiev, Zelensky cita i 32mila soldati russi morti: “per che cosa?”
Il controllo ucraino sul fronte orientale è sempre più labile: secondo quanto affermato da un funzionario della Difesa Usa citato dal Washington Post è probabile che nel giro di poche settimane Mosca riesca ad acquisire il controllo dell’intera regione di Luhansk.
Le città di Severodonetsk e Lysychansk, già messe a dura prova da bombardamenti che si susseguono incessanti da settimane, potrebbero cadere sotto la pressione dell’esercito russo. Ma a quale costo?
Zelensky ha fatto sapere a tal proposito che “le perdite subite dagli occupanti anche in quest’area, sono estremamente significative. In totale, l’esercito russo oggi ha circa 32mila morti. Per cosa? Cosa ci avete guadagnato?“.
Pur ammettendo le difficoltà dei combattimenti in corso, il presidente ha mandato un messaggio di coraggio alla popolazione: «ricordate come la Russia sperava di conquistare l’intero Donbass all’inizio di maggio? È già il 108° giorno di guerra, è già giugno. Il Donbass tiene duro».
Intanto, di ritorno dal suo viaggio in Ucraina, il secondo dall’esplosione del conflitto, Ursula von der Leyen si rivolge all’Europa e lancia una sfida ai 27: «uscire dal Consiglio europeo con una posizione unitaria che rifletta la grandezza di queste storiche decisioni», vale a dire la concessione a Kiev dello status di candidato Ue.
«Il mio auspicio è che guardando indietro, in questi ultimi 20 anni, possiamo dire di aver preso la giusta decisione» ha rilanciato la presidente della Commissione che ha invitato i Paesi membri a “non essere timidi e con una mentalità chiusa“.