
L’indice PMI manifatturiero dell’Eurozona è sceso a giugno a 52 punti (minimo in 22 mesi) dai 54,6 precedenti, risultando inferiore ai 53,9 punti attesi dagli analisti. Pesano la domanda in stallo e i prezzi in continuo rialzo
Frena la crescita economica nell’Eurozona. Secondo le stime preliminari di IHS Markit a giugno l’indice PMI manifatturiero è sceso a 52 punti, ai minimi in 22 mesi, dai 54,6 precedenti, risultando inferiore ai 53,9 punti attesi dagli analisti. Si indebolisce anche il PMI dei servizi, attestandosi a 52,8 punti (minimo in cinque mesi) rispetto ai 56,1 precedenti e ai 55,5 punti attesi. Di conseguenza il PMI composito si porta a 51,9 punti (minimo in 16 mesi) dai 54,8 precedenti, ben al di sotto delle attese degli analisti che parlavano di 54 punti.
A fare da freno sono la domanda in stallo ed i prezzi in continuo rialzo, esacerbati anche da guerra in Ucraina e sanzioni contro la Russia. Tutti i dati sono ancora comunque in espansione perché superiori alla soglia critica dei 50 punti. «La crescita economica dell’eurozona sta mostrando segni di incertezza visto l’affievolimento della domanda repressa dalla pandemia, acuito dallo shock creato dal costo della vita e dal crollo dell’ottimismo delle aziende e dei consumatori – ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit. – Escludendo i mesi delle restrizioni pandemiche il rallentamento di giugno è stato il più brusco registrato dall’indagine dal picco della crisi globale finanziaria del novembre 2008».
Fra le maggiori economie europee la Germania mostra un peggioramento del PMI manifatturiero a 52 da 54,8, sotto il consensus di 54 punti, e un calo del PMI sevizi a 52,4 da 55. In Francia il PMI manifatturiero si porta a 51 da 54,6 precedenti e il PMI servizi a 54,4 da 58,3.