
Shinzo Abe è stato vittima di un attentato con arma da fuoco durante un discorso nella città occidentale di Nara. Arrestato il presunto attentatore. Non sono chiare le motivazioni del gesto
Il Giappone è in lutto. Shinzo Abe, l’ex premier più longevo del Giappone, è morto dopo essere stato vittima di un attentato con arma da fuoco. Secondo quanto hanno riportato i media locali è crollato a terra durante un discorso a Nara. E’ stato raggiunto alla schiena da due colpi sparati a distanza ravvicinata, a tre secondi l’uno dall’altro ed è stato visto sanguinare dal torace.
L’ex premier, soccorso, è stato portato subito in ospedale ma i vigili del fuoco hanno riferito che le sue condizioni sono apparse da subito molto gravi visto che non mostrava segnali di vita agli esami preliminari sulla funzionalità di cuore e polmoni. Il medico ha riferito in conferenza stampa che il tentativo di rianimarlo è durato oltre quattro ore. Le ferite erano piccole ma molto profonde ed hanno causato due emorraggie che poi hanno portato alla morte.
La polizia ha arrestato un uomo di 41 anni, Tetsuya Yamagami, con l’accusa di tentato omicidio. E’ un ex militare, membro della marina delle forze di auto difesa giapponesi, un residente locale che era riuscito a eludere la sicurezza e ad avvicinarsi ad Abe. Secondo testimoni oculari, si sarebbe avvicinato ad Abe da dietro mentre l’ex premier stava pronunciando il suo discorso, in sostegno della candidatura di Kei Sato. Yamagami ha utilizzato una specie di doppietta a canne corte di fattura artigianale, nascosta in una borsa. Avrebbe già confessato: ha detto alla polizia che era frustrato da Shinzo Abe e per questo voleva ucciderlo.Ancora però non sono chiare le ragioni del gesto. Dietro l’attentato potrebbe esserci il fanatismo religioso, legato al quarto anniversario della morte di Shoko Asahara, pseudonimo di Chizuo Matsumoto, criminale giapponese, uno dei fondatori del nuovo movimento religioso giapponese Aum Shinrikyo. Nel 2004 Asahara era stato riconosciuto colpevole di essere stato mente e mandante dell’attentato alla metropolitana di Tokyo del 1995. La condanna a morte del capo della setta venne eseguita l’8 luglio 2018 quando al governo c’era Shinzo Abe. L’attentatore di oggi potrebbe aver agito per vendetta. Ma, al momento dicono i media giapponesi, è solo un’ipotesi.
L’attentatore ha detto di aver usato un’arma artigianale. Lo ha riferito la polizia della prefettura di Nara aggiungendo di aver trovato diverse armi artigianali nella sua casa. Il quartiere è stato evacauto.
L’ambasciatore Usa a Tokyo, Rahm Emanuel, ha affermato di essere “rattristato e scioccato” per l’attacco contro l’ex premier. «Siamo tutti rattristati e scioccati dalla vicenda dell’ex premier Shinzo Abe. Abe-san è stato un leader eccezionale del Giappone e un alleato incrollabile degli Usa. Il governo degli Stati Uniti e il popolo americano stanno pregando per la vita di Abe -san, la sua famiglia e il popolo giapponese», ha detto Emanuel.
Il premier Kishida, rientrato d’urgenza alla Kantei con tutto il governo dopo aver sospeso con tutti i partiti di opposizione la campagna elettorale per il rinnovo della Camera Alta in programma domenica 10 luglio, parla di un gesto “inaudito e inaccettabile“. Ha sperato che il suo predecessore sopravvivesse ma purtroppo non è stato così.
Parole di vicinanza anche da parte del premier italiano Mario Draghi. «Abe è stato un grande protagonista della vita politica giapponese e internazionale degli ultimi decenni, grazie al suo spirito innovatore, alla sua visione riformatrice. L’Italia si stringe ai suoi cari, al Governo e all’intero popolo giapponese», ha detto.