
Coldiretti: con accordo 1,2 mld mais-grano per Italia. Le regioni separatiste filo-russe nell’Ucraina orientale bloccano Google
Nel giorno dell’accordo tra Mosca e Kiev che sblocca le esportazioni attraverso i porti sul Mar Nero, il prezzo del grumento torna i livelli precedenti l’invasione. Il grano tenero viene scambiato a 784,5 dollari per ogni singola unità contrattuale da 5mila staia (-2,64%) come il 16 febbraio, una settimana prima dell’attacco di Mosca a Kiev. Analoga la dinamica del grano duro (-2,32% a 841,25 dollari per 5mila staia), poco sotto la chiusura del 18 febbraio.
Via libera all’arrivo in Italia di quasi 1,2 miliardi di chilli di mais per l’alimentazione animale, grano tenero per la panificazione e olio di girasole dall’Ucraina grazie all’accordo sulle esportazioni di cereali ed altri prodotti alimentari raggiunto tra Kiev e Mosca. E’ quanto stima la Coldiretti nel commentare positivamente gli effetti della firma dell’accordo. «L’Ucraina – sottolinea – nonostante il calo dei raccolti resta uno dei principali produttori e rappresenta il 10% del commercio mondiale di frumento tenero destinato alla panificazione ma anche il 15% del mais per gli allevamenti. E l’accordo raggiunto per la ripresa del passaggio delle navi cariche di cereali sul Mar Nero è importante per salvare dalla carestia 53 Paesi. L’ emergenza mondiale riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 62% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 46% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame”, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 13% (785 milioni di chili), ma garantisce anche il 3% dell’import nazionale di grano (122 milioni di chili) senza dimenticare gli arrivi di ben 260 milioni di chili di olio di girasole».
Le autorità delle due regioni separatiste filorusse nell’est dell’Ucraina hanno annunciato di aver bloccato sul loro territorio il motore di ricerca Google accusandolo di “promuovere” la violenza contro i russi. «Google promuove il terrorismo e la violenza contro i russi, in particolare la popolazione del Donbass. Noi abbiamo deciso di bloccare Google sul territorio del Donetsk», ha affermato uno dei responsabili separatisti, Denis Pouchiline, in un comunicato. Ieri uno dei responsabili in Lugansk, Leonid Passetchnik, aveva annunciato di aver preso lo stesso provvedimento.