La speaker della Camera ha spiegato l’importanza di stare a fianco a Taiwan
È atterrata a Taipei la speaker della Camera e domani incontrerà la presidente Tsai Ing-wen e visiterà il Parlamento. Pelosi ha spiegato le motivazioni del suo viaggio in un articolo uscito sul Washington Post.
Le parole di Pelosi sono chiare: «dobbiamo stare al fianco di Taiwan che è un’isola di resilienza», la speaker sottolinea la preoccupazione dato che “questa vibrante, robusta democrazia, orgogliosamente guidata da una donna, è sotto minaccia“.
Su Twitter la speaker scrive che la visita “a Taiwan onora l’incrollabile impegno dell’America nel sostenere la vivace democrazia taiwanese. Le nostre discussioni riaffermano il nostro sostegno al nostro partner e promuovono i nostri interessi condivisi, incluso il progresso di una regione indo-pacifica libera e aperta. La nostra visita è una delle numerose delegazioni del Congresso a Taiwan e non contraddice in alcun modo la politica di lunga data degli Stati Uniti“.
Le tensioni non accennano a diminuire, dal Pentagono arriva la notizia che quattro navi di guerra americana sono posizionate a largo di Taiwan. Le navi sono posizionate per esercitazioni standard ma la loro presenza, precisano le fonti, “potrebbe diventare una questione di sicurezza internazionale“.
Il ministero della Difesa cinese è tornato a sottolineare che verrà lanciata una serie di “operazioni militari mirate” in risposta alla visita di Nancy Pelosi a Taiwan. Dal comando orientale dell’Esercito popolare di liberazione arriva la notizia che verranno effettuate delle operazioni di tiro di artiglieria a lungo raggio e lanci di missili nel mare a est di Taiwan. Wu Gian, il portavoce del ministro della Difesa in una nota promette di “difendere risolutamente la sovranità nazionale e l’integrità territoriale e contrastare risolutamente le interferenze esterne e i tentativi separatisti” di Taiwan. Dal ministero arriva anche la notizia che 21 aerei militari sono entrati nella zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan.
È stato convocato in piena notte l’ambasciatore degli Stati Uniti in Cina dal ministero degli Affari esteri cinese. Ne dà notizia l’emittente cinese ufficiale Cctv: «nella notte del 2 agosto, al viceministro degli Esteri cinese Xie Feng è stato ordinato di convocare con urgenza Nicholas Burns, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Cina, a cui esprimere la forte protesta a nome del governo cinese per la visita della speaker Nancy Pelosi a Taiwan». Xie Feng avrebbe “affermato che Pelosi ha deliberatamente provocato e giocato con il fuoco, violando gravemente il principio dell’unica Cina“.