
Il 15 settembre è in programma l’assemblea straordinaria per l’approvazione, che ha già l’ok della Bce, dell’aumento di capitale da 2 miliardi e mezzo
Scatta l’autunno caldo del Monte Paschi di Siena, la più antica banca italiana, che dovrà realizzare nei prossimi mesi un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro per tornare in linea di galleggiamento.
Come riferisce Agi, domani, 15 settembre, è in programma l’assemblea straordinaria dell’istituto per l’approvazione dell’operazione, che ha già ricevuto il via libera della Banca centrale europea lo scorso 5 settembre, nell’ambito di un percorso di risanamento finanziario e gestionale strettamente concordato con i vertici guidati dall’a.d. Luigi Lovaglio.
Se l’ok dell’assemblea non è in discussione, visto il controllo esercitato dal Tesoro, che detiene il 64,2% del capitale, il vero nodo è la realizzazione dell’aumento. L’azionista pubblico garantirà la propria quota, circa 1,6 miliardi di euro, ma la banca dovrà trovare sul mercato i 900 milioni mancanti.
A questo scopo Lovaglio ha mantenuto nelle ultime settimane i contatti con gli investitori istituzionali, ed è pronto a partire nei prossimi giorni per un roadshow nelle tradizionali sedi estere della finanza per raccogliere le adesioni. L’intenzione è quella di convincere degli ‘anchor investor’ pronti a dare fiducia ed entrare con un chip in un’ottica almeno di medio termine che dia stabilita’ alla banca.
Il nodo per Monte Paschi naturalmente sarà quello del prezzo di emissione delle nuove azioni. Attualmente i titoli sono trattati a 0,36 euro, e negli ultimi sei mesi la quotazione ha perso ben il 61%; la capitalizzazione totale ammonta a 365 milioni circa, rappresentando quindi solo una frazione dell’aumento da eseguire.
Negli ultimi giorni sembra comunque essersi aperto uno spiraglio, essendo trapelata la disponibilità di Anima a intervenire con un impegno tra 150 e 250 milioni di euro. La società di gestione intenderebbe pero’ anche rinegoziare l’accordo esistente per la distribuzione dei propri fondi comuni attraverso la rete Mps.
È bastato che circolassero queste voci per rivitalizzare le azioni del Monte in Borsa, con uno scatto di circa il 24% rispetto ai minimi toccati a inizio settembre, segno che il mercato vuole credere alla messa in sicurezza di una banca che sembra tornata a un buon equilibrio di gestione ma che resta sottopatrimonializzata.
Da ricordare tra l’altro che l’aumento potrà anche essere eseguito in forma scindibile, in due tranche, consentendo di raccogliere gli importi subito disponibili.
Quella di domani sarà un’assemblea in presenza, dopo lo stop di due anni e mezzo causato dal covid. Tra le curiosità c’è anche quella di verificare se parteciperanno piccoli azionisti locali, se la banca ha mantenuto un sia pur tenue legame con il territorio dopo i rovesci che hanno portato all’ingente distruzione di valore degli anni precedenti, quantificabile in oltre 20 miliardi di euro, e che hanno portato la Fondazione a recidere lo storico legame con la banca subendo il depauperamento del proprio patrimonio.