
L’amministratore delegato del colosso petrolifero italiano ha parlato di “una certa tranquillità” ma “i rigassificatori sono necessari”
Mentre i timori per la scarsità delle forniture di petrolio e l’impennata dell’inflazione si sono intensificati dopo che l’Opec+ ha annunciato il più grande taglio delle forniture dal 2020 (2 milioni di barili al giorno) in vista dell’embargo dell’Unione europea sull’energia russa, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, torna a rassicurare sul fronte stoccaggi gas in Italia e a chiedere un tetto al prezzo (-1,54% a 171 euro a MWh alla Borsa di Amsterdam).
«Non è una partita di calcio nella quale possiamo dire quale sarà il punteggio. Da quando il gas russo è cominciato a diminuire, e adesso rappresenta il 10%, è stato gradualmente sostituito. Questo ci ha permesso di riempire gli stoccaggi. Il sistema sta andando molto bene e arriverà a riempire quasi completamente gli stoccaggi e questo è molto positivo», ha affermato Descalzi in occasione dell’evento “Italia Calling” organizzato dal gruppo Caltagirone Editore.
Secondo Descalzi, ci sono, dunque, le condizioni per avere una certa tranquillità per quest’inverno. Ma ci sono anche degli elementi che potrebbero portare criticità: potrebbero esserci dei problemi tecnici operativi in quei paesi che ci danno gas, ha avvertito Descalzi. Inoltre, potrebbe esserci un freddo superiore a quello che è la statistica degli ultimi quattro anni, ha aggiunto, ribadendo che i rigassificatori sono un punto essenziale per il prossimo inverno, ma anche per dare tranquillità nei momenti in cui serve il gas.
Descalzi ha poi osservato che in questo periodo è stata fatta anche tanta efficienza. «Abbiamo ridotto di un miliardo di metri cubi il consumo di gas nelle nostre raffinerie. Anche altre industrie hanno fatto risparmi simili», ha precisato, soffermandosi ancora una volta sul tema caldo di un tetto al prezzo del gas europeo: «andava fatto subito, non facendolo si è favorita la speculazione che ha fatto lievitare i prezzi, ha contestato l’ad di Eni, parlando del price cap Ue, seppur parziale, di cui si discuterà oggi e domani al summit dei 27 a Praga. Il governo italiano ha sempre parlato della necessità di un tetto al prezzo del gas europeo, era “un’impostazione corretta».
L‘Ue non è andata avanti perché i Paesi hanno “necessità differenti”, chiaro il riferimento alla Germania che ha fatto da sé e ha stanziato 200 miliardi di euro per supportare soprattutto la propria industria ed evitare una crisi grave.