
Il caro bollette e il rischio del razionamento del gas durante l’inverno stanno creando condizioni difficili per le imprese e rendendo loro più difficile sostenere il rimborso del debito
L’aumento dei costi energetici e il rischio del razionamento del gas durante l’inverno stanno creando condizioni difficili per le imprese e rendendo loro più difficile sostenere il rimborso del debito. È probabile che ciò abbia effetti a catena per le banche.
Lo scrivono in un rapporto gli esperti di Moody’s (nella foto) secondo cui i prestiti problematici inizieranno a crescere dopo anni di miglioramento delle prestazioni degli asset. Le banche in Germania, Austria o Italia, dove la carenza di energia ha colpito più duramente, saranno le più vulnerabili.
«La nostra analisi dell’esposizione del settore delle banche nei paesi più suscettibili agli alti prezzi dell’energia e al razionamento dell’energia mostra che le banche italiane sono fortemente esposte al settore manifatturiero – si legge nel rapporto – mentre le banche tedesche hanno ampiamente prestato al settore dell’energia e dei servizi pubblici».
Alcune banche hanno un’esposizione superiore alla media ai settori ad alta intensità energetica e hanno fornito ulteriori informazioni su tale esposizione presentando i risultati semestrali.
Fra le banche italiane, Moody’s cita Banco Bpm con un’esposizione alle imprese manifatturiere per 22,1 miliardi di euro e a quelle del settore energy per 1,2 miliardi, Intesa Sanpaolo (65,5 e 10,5 miliardi rispettivamente) e UniCredit (60,1 e 9,7 miliardi) mentre fra le tedesche nomina Commerzbank, Bayerische Landesbank, Landesbank Hessen, Thueringen Gz e Landesbank Baden. Infine fra le austriache Raiffeisen Bank International e Raiffeisenlandesbank Oberoesterreich.
Secondo l’autore del rapporto, Bernhard Held, le conseguenze finanziarie saranno attenuate, ma non del tutto compensate, dalle misure di sostegno del governo.
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