
Il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia disegna due scenari: “Ma la solidarietà energetica è fondamentale”
«I Paesi europei affronteranno l’inverno senza importanti interruzioni di rifornimenti e senza blackout, perché gli stoccaggi di gas hanno raggiunto circa il 90%. Quindi in assenza di una significativa, e al momento inattesa, interruzione de forniture, si dovrebbe arrivare a febbraio o marzo usando le scorte».
È quanto ha spiegato in un’intervista a Repubblica Fatih Birol, che dal 2015 dirige l’Agenzia internazionale per l’energia. Nel caso in cui si verifichi un’interruzione grave e imprevista, per esempio l’esplosione di un gasdotto, Birol ipotizza due scenari per l’Europa. «Il primo è una risposta solidale, in cui i Paesi dell’Unione si aiutano e sostengono reciprocamente – ha affermato -. Ma c’è il rischio che i Paesi agiscano solo per difendere i propri interessi domestici. Se questo dovesse accadere le implicazioni per l’Europa andrebbero ben oltre la questione energetica, sarebbe un durissimo colpo per il prestigio della Ue nell’arena internazionale. Quindi il mio messaggio principale sarà che la solidarietà energetica tra i Paesi europei è fondamentale», ha sottolineato il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia.
Il secondo scenario riguarda l’inverno successivo. «Le nostre stime ci dicono che a febbraio 2023 gli stoccaggi saranno passati dal 90 al 25-20%. E allora la domanda è: come agirà l’Europa nel 2023 per riempirli nuovamente fino all’80-90% in modo da poter affrontare l’inverno 2023-2024? Quest’anno agli stoccagi ha contribuito anche il gas che ancora arrivava dalla Russia. Inoltre la Cina, che è il principale importatore di gas liquefatto, nel 2022 ne ha acquistato meno del previsto perché la sua economia ha avuto una flessione. Ma l’anno prossimo potrebbe esserci una ripresa economica e Pechino potrebbe tornare a fare il pieno di gas, una domanda che farebbe crescere il prezzo per gli europei», ha insistito Birol.