
La presidente della Banca centrale ha ribadito che continuerà la politica di rialzo dei tassi
La crescita del Pil reale dell’Eurozona è stata robusta nella prima metà del 2022, supportata dalla riapertura delle economie nel secondo trimestre con l’abolizione delle restrizioni legate alla pandemia. Tuttavia, da allora le prospettive sono peggiorate a causa dell’inflazione elevata, del calo degli effetti della riapertura, dell’indebolimento della domanda globale e del calo della fiducia.
Lo ha affermato la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, nel suo intervento alla sessione autunnale dei lavori di Fmi e Banca Mondiale.
«È probabile che questi fattori causino un rallentamento significativo della crescita del Pil nell’area dell’euro nella seconda metà dell’anno e all’inizio del 2023. Ma vi sono anche fattori che sostengono la crescita del Pil, come il livello di risparmio accumulato delle famiglie, un mercato del lavoro solido e il sostegno fiscale, compreso il dispiegamento in corso dei fondi del meccanismo di ripresa e resilienza dell’Ue. Nel complesso, tuttavia, i rischi per la crescita sono principalmente al ribasso, in particolare a causa delle conseguenze economiche della guerra in Ucraina», ha aggiunto.
E sull’inflazione «nell’Eurozona è troppo elevata, ed è probabile che rimanga al di sopra dell’obiettivo della Bce per un lungo periodo di tempo. Continueremo quindi il nostro percorso di normalizzazione della politica monetaria» ha detto.
Infine Lagarde ha commentato la situazione bancaria: «Il settore bancario dell’Eurozona ha solidi livelli patrimoniali e continua a beneficiare del calo dei livelli di prestiti deteriorati a cui assistiamo dal 2014. Tuttavia, mentre la redditività delle banche è stata finora supportata da margini di interesse più elevati e da basse svalutazioni, le prospettive economiche rendono molto incerta la redditività futura. Stiamo vedendo i primi segnali di un aumento del rischio di credito, che merita un attento monitoraggio».