
Il segretario generale era a Milano all’assemblea Fillea: tra i punti toccati il crollo del potere d’acquisto e gli extraprofitti
«Il problema non è rincorrere l’inflazione, che tra l’altro colpisce i salari più bassi, è aumentare il netto in busta paga delle pensioni e dei salari che sono più bassi. Quindi poniamo il tema di una vera riforma fiscale. Non è il momento della flat tax, è il momento di ridurre la tassazione sui redditi più bassi, che vuol dire almeno fino ai 35/40mila euro».
Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini a margine dell’assemblea dei delegati Fillea riunitasi alla Camera del Lavoro di Milano. Parlando della crisi del potere d’acquisto, il segretario ha affermato che «la perdita è anche superiore al 10% calcolando l’aumento delle bollette e cosa costa fare la spesa. C’è un problema che sicuramente riguarda da un lato l’aumento dei salari che deve essere rapportato all’inflazione reale e dall’altro intervenire sul piano fiscale».
«L’87% dei pensionati e dei lavoratori italiani ha un reddito lordo sotto i 35mila euro. E’ lì che noi dobbiamo agire aumentando la decontribuzione e andando verso una riforma fiscale che sia davvero tale. Vorrei ricordare che il nostro è il Paese che ha 120 miliardi di evasione fiscale che non è ancora mai stata toccata fino in fondo. Credo che oggi sia il momento, per quello che sta succedendo, di colpire seriamente questa evasione fiscale – ha spiegato Landini -. Dall’altra parte non può continuare a esistere un Paese in cui la rendita finanziaria sia tassata meno del lavoro dipendente e delle pensioni. Ci sono azioni che senza tornare indietro nel tempo ci pongono il tema di guardare avanti. Quando si parla di extra-profitti, solo per le imprese energetiche stiamo parlando di 40 miliardi che possono essere redistribuiti».
Ma su questo tema, il segretario guarda oltre il comparto energetico. «Se poi pensiamo anche alle altre aziende che hanno fatto extra-profitti come le banche e quelle del settore farmaceutico e tanti altri che in questo anno e mezzo hanno aumentato i loro profitti, credo che oggi sia il momento che chi ha fatto profitti e chi ha avuto una crescita deve farsi carico della tenuta di questo Paese».
E proprio sulla stabilità sociale dell’Italia, Landini lancia l’allarme. «Il 40% di persone, pari a 18 milioni di persone, che non è andato a votare dovrebbe preoccupare perché c’è una parte consistente del Paese che si sente sola e non rappresentata da nessuno”. “Questo mette in discussione la tenuta democratica del Paese: è il momento di dare dei segnali che vanno in un’altra direzione e chiediamo al Governo di confrontarsi su questi temi con le Organizzazioni sindacali che rappresentano milioni di lavoratori, pensionati e giovani precari che non vogliono più esserlo», ha concluso.