
Il ministro tedesco dell’Economia e Clima è contrario a costituire un altro Sure europeo: “C’è già il Next generation Eu”
«Lo strumento Sure è stato utile nella pandemia» ma «oggi abbiamo già un ampio programma europeo con il Next generation Eu per garantire investimenti» e «gran parte di queste somme non sono ancora state spese».
Lo dice a La Stampa il ministro tedesco dell’Economia e Clima Robert Habeck, nella sua prima intervista alla stampa italiana. Rispondendo alle critiche arrivate sullo scudo da 200 miliardi del governo di Berlino, Habeck spiega che «un crollo del mercato tedesco del gas e della nostra economia nazionale avrebbe gravi conseguenze per i nostri partner europei. In particolare, l’economia tedesca e quella italiana sono strettamente legate».
«Stiamo vivendo una grave crisi energetica, che si sta trasformando sempre più in una crisi economica e sociale. La causa scatenante è la guerra di aggressione di Putin contro l’Ucraina. Dobbiamo quindi essere uniti in Europa e – sottolinea Habeck – abbiamo bisogno di un quadro d’azione europeo flessibile. Sono favorevole a un’estensione oltre la fine dell’anno del cosiddetto Quadro temporaneo di crisi (che permette gli aiuti di Stato, ndr). L’obiettivo deve essere unire le forze ora che Putin sta cercando di indebolirci. Ecco perché ritengo che una piattaforma di acquisto comune per il gas sia una soluzione sensata. Vanno abbassati i prezzi a livello europeo. È una questione di solidarietà europea e di resistenza alla crisi».
Sul freno che pone la Germania a un tetto al prezzo del gas, anche quando si propone un “corridoio” creato sulla base della media dei prezzi, «Non esiste – argomenta il ministro tedesco – un’unica misura per risolvere il problema, è necessario un pacchetto di misure. Ci stiamo lavorando insieme e la Commissione europea presenterà proposte concrete. Dobbiamo guardare oltre le difficoltà del giorno e rafforzare la nostra capacità di recupero a lungo termine. Questo include una massiccia espansione delle energie rinnovabili e la necessità di risparmi energetici dal lato della domanda».
Interpellato poi sulle critiche sullo scudo da 200 miliardi e sull’impressione sull’impressione che Berlino voglia “comprare” la propria via d’uscita dalla crisi a spese di altri, «È un’impressione ingannevole – replica Habeck -. Siamo la più grande economia d’Europa e siamo consapevoli della responsabilità che questo comporta. Ciò significa anche che un crollo del mercato tedesco del gas, e un tracollo della nostra economia nazionale, avrebbe gravi conseguenze per i nostri partner europei. In particolare, l’economia tedesca e quella italiana sono strettamente legate. Per questo motivo lo scudo ha la funzione di stabilizzare. E vale la pena guardarlo più da vicino. Lo scudo dovrebbe durare fino al 2024 e non serve solo ad aiutare l’industria a superare la crisi, ma anche i consumatori. E una parte rilevante del denaro serve a consolidare il mercato del gas, che altrimenti crollerebbe. Nella crisi comunque dobbiamo sempre essere consapevoli che anche la solidarietà europea è importante. Non dobbiamo permettere che Putin ci divida».