
A Piazza Affari i riflettori sono puntati su Ferrari, che pubblicherà i conti del terzo trimestre
Avvio ancora in rialzo per le Borse europee, che già ieri erano andate bene: +0,32% Milano, +0,49% Parigi, +0,22% Francoforte.
Sale intanto l’attesa per le decisioni che questa sera annuncerà la Federal Reserve in tema di politica monetaria. Secondo gli esperti l’istituto alzerà il costo del denaro di 75 punti base, ma saranno fondamentali le parole del numero uno, Jerome Powell, per comprendere se la Fed rallenterà nei prossimi mesi il ritmo dei rialzi.
Auspicio che si è raffreddato dopo i dati pubblicati ieri sul numero delle offerte di lavoro salite a 10,72 milioni, sopra i 9,85 milioni delle attese. Un dato che mostra un mercato del lavoro ancora caldo e che potrebbe indurre la Federal Reserve a continuare ad avere un approccio aggressivo sui rialzi dei tassi d’interesse. Intanto va avanti a pieno ritmo la stagione delle trimestrali. Ieri Wall Street, dopo più cambi di direzione, ha chiuso negativa.
Lo spread tra Btp italiani e omologhi Bund tedeschi apre a 213 punti, stabile rispetto alla chiusra di ieri. Il rendimento si attesta al 4,26%.
Il mercato dei cambi è poco mosso: l’euro/dollaro si attesta a 0,9873 (ieri in chiusura a 0,9872). La divisa unica è inoltre scambiata a 145,53 yen (146,19 yen), mentre il dollaro-yen si attesta a 147,34 (148,06).
Il petrolio continua a salire: il Wti, contratto di dicembre, guadagna lo 0,79% attestandosi a 89 dollari al barile. Dopo la frenata di ieri, sale del 2,4% il gas: il contratto di dicembre si attesta a 119 euro per megawattora.
A Piazza Affari i riflettori sono puntati su Ferrari, che pubblicherà i conti del terzo trimestre. Domani, inoltre, sarà la volta di Stellantis e Pirelli. Sotto la lente potrebbero rimanere ancora le Tim, mentre il mercato si interroga sul futuro della compagnia. Ieri i titoli avevano ingranato la marcia sull’ipotesi di mosse da parte di Cdp.
Infine, oggi escono i dati settimanali dell’Eia sulle scorte pertrolifere Usa e i Pmi manifatturieri dell’Eurozona, della Francia, della Germania e dell’Italia.