
La compagnia telefonica sottolinea di aver raggiunto il 90% del target di contenimento costi per l’intero 2022. Il personale totale supera le 51mila unità
Tim ha chiuso i primi 9 mesi con ricavi in calo dell’1,6% a 11,5 miliardi di euro. Nel solo terzo trimestre i ricavi sono ammontati a 3,97 miliardi, in miglioramento dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’ebitda organico nei primi 9 mesi è stata di 4,53 miliardi (-9,4%), mentre nel solo terzo trimestre è stata di 1,58 miliardi (-6,5%). I ricavi da servizi hanno invece visto una crescita dello 0,5% nei primi 9 mesi a 10,8 miliardi e del 3% a 3,7 miliardi nel terzo trimestre.
In una nota, la compagnia telefonica sottolinea di aver raggiunto il 90% del target di contenimento costi per l’intero 2022, nonchè la solida posizione di liquidità, sono stati infatti incassati nel trimestre 1,3 miliardi dalla cessione della quota indiretta in Inwit e 2 miliardi del finanziamento garantito da Sace.
I risultati del terzo trimestre, durante il quale è proseguita l’azione di stabilizzazione e di rilancio del business domestico e l’accelerazione dello sviluppo di Tim Brasil, sono pienamente in linea con i target per l’esercizio 2022 che erano stati in parte rivisti al rialzo lo scorso agosto, specifica la nota di Tim.
L’indebitamento finanziario netto after lease al 30 settembre scorso si attesta a 20,1 miliardi di euro, in aumento di 2,5 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre scorso.
Sul dato – si legge nella nota di Tim – incide l’esborso di 1,7 miliardi per il pagamento dell’ultima tranche dello spettro 5G in Italia. L’indebitamento finanziario netto è pari a 25,5 miliardi di euro, in aumento di 3,3 miliardi di euro rispetto alla fine del 2021. L’Equity free cash flow dei nove mesi e’ negativo per 235 milioni di euro su base after lease (positivo per 261 milioni di euro l’equity free cash flow).
Il personale del gruppo al 30 settembre scorso era pari a 51.906 unità, di cui 42.341 in Italia (51.929 unità al 31 dicembre 2021, di cui 42.347 in Italia). Nei primi nove mesi del 2022 gli investimenti industriali e per licenze di telefonia mobile/spectrum sono stati pari a 2,762 miliardi di euro, in linea con i 2,720 miliardi dello stesso epriodo del 2021.
Tim ha chiuso i 9 mesi con una perdita di 2,7 miliardi di euro, a fronte del rosso di 10 milioni accusato nello stesso periodo dello scorso anno; escludendo l’impatto delle partite non ricorrenti la perdita del periodo sarebbe di 361 milioni di euro.
Il cda ha deliberato la revoca del riallineamento dell’avviamento, come consentito dalla legge di bilancio di previsione dello Stato italiano per l’anno finanziario 2022 e come dettagliato nel provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, pubblicato il 29 settembre 2022, spiega la società, la quale ha considerato prioritario rafforzare nell’anno in corso e nei successivi il percorso di investimenti a carattere industriale per il sostegno dei diversi ambiti di business, che si pongono quale alternativa rispetto all’impiego finanziario correlato al pagamento dell’imposta sostitutiva sul riallineamento.
Pertanto, non sussistendo più i presupposti alla base dell’iscrizione delle Attività per imposte anticipate, esse sono state interamente stralciate, per un importo netto di 1.964 milioni di euro, così dettagliato: onere di -2.656 milioni per lo stralcio delle attività per imposte anticipate di Tim, nonché provento di 692 milioni di euro per lo storno dell’imposta sostitutiva che era stata stanziata per il riallineamento.
Infine, il consiglio di amministrazione ha approvato l’avvio del processo di societarizzazione di Tim Enterprise, in linea con quanto comunicato al Capital Market Day dello scorso 7 luglio.