
Oggi incontro al Mise sulla delicata situazione dello stabilimento siciliano, dove 7mila lavoratori rischiano di perdere il lavoro
«Noi intendiamo perseguire tutte strade per evitare la chiusura della raffineria Isab Lukoil di Priolo». Lo afferma il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, a margine dell’incontro che si è tenuto al dicastero.
«Siamo impegnati in prima fila da subito, riteniamo strategico assolvere al nostro impegno di garantire l’interesse nazionale – sottolinea -. L’impianto di Priolo è un asset strategico per il nostro sistema produttivo, per la nostra filiera industriale e quindi è un interesse nazionale».
Tra le strade delineate da ministro, «la prima via è quella ulteriore confronto con il sistema bancario, per capire se innalzando il livello di copertura Sace, le banche sono disponibili a finanziare l’investimento».
Altra ipotesi è una «strada che dobbiamo percorrere in sede europea, per capire se è possibile utilizzare gli stessi strumenti concessi da altri paesi europei che si sono trovati nelle stesse condizioni», in particolare la deroga all’embargo.
Infine, «ove ci fossero investitori che intendono rilevare l’impianto, noi garantiremmo un livello di prescrizione, che lo strumento golden power consente quando si tratta di asset strategici a patto che vengano mantenuti i livelli occupazionali, produttivi e gli investimenti per la salvaguardia dell’ambientale» Urso annuncia l’impegno perso nel corso del tavolo, di «rivederci entro metà dicembre, con soluzioni che pensiamo di poter mettere in campo per quella data».