
Cresce l’attenzione per prodotti etici ed ecosostenibili, ma anche la diffidenza verso i brand non abbastanza trasparenti
Gli appassionati di bellezza e make up non si fidano più di claim troppo “eco friendly”, che spesso nascondono un impegno per l’ambiente solo di facciata. Lo rivela un’indagine di Provenance pubblicata su Forbes, in collaborazione con London Research, che ha analizzato oltre 1500 appassionati di prodotti di bellezza tra America e Europa, oltre a incrociare i dati con quelli forniti dagli esperti in marketing di diversi brand e major di bellezza, tra cui Cult Beauty, Elemis, Douglas, Noble Panacea e B Corp Beauty Coalition.
Quello che emerge dalla ricerca è senz’altro gli acquirenti delle nuove generazioni non si accontentano più di un prodotto solo ben pubblicizzato, senza valori reali dietro. L’efficacia e il valore economico non bastano più per vincere la lealtà degli acquirenti. Dalla ricerca emerge infatti che 9 consumatori su 10 credono che la sostenibilità e altri temi legati all’etica (lavoro minorile o delle donne, sfruttamento delle minoranze e così via) siano importanti nella scelta d’acqiusto di una marca piuttosto che di un’altra. In particolare gli acquirenti britannici sono i più sensibili al tema, con una percentuale di “beauty lovers ecologisti convinti” che supera il 18%. Si tratta anche di una questione generazionale: più giovane è l’acquirente, maggiore è l’attenzione a queste tematiche. Nella ricerca si riporta infatti che il 44% degli acquirenti di prodotti beauty tra i 18 e i 36 anni ritiene che i valori etici, oltre che alla moda, di una marca ne amplifichino molto la qualità. Per le persone sopra i 55 anni invece la percentuale si dimezza al 22%.
Un’altra sorpresa su cui i brand di bellezza dovrebbero prendere appunti: non basta più nemmeno definirsi vegan. Non solo i clienti infatti sono molto più informati e riescono a captare un finto claim ambientalista (quelli che cercano di promuovere il cosiddetto “green washing”) ma la loro sfera di valori è decisamente più ampia di un semplice “non testato sugli animali”. Certo, il 93% dei consumatori ritiene che la natura e il benessere animali siano importanti nella scelta di un brand, ma al tempo stesso il 90% ritiene che anche il trattamento dei lavoratori da parte della marca lo sia l ‘88% considera anche l’impatto del brand sul cambiamento climatico e l’82% sostiene che anche le tematiche care alla community (ad esempio i diritti delle persone lgbtq+) siano da tenere in considerazione.