
Il valore delle importazioni, +30,3%, cresce fuori misura rispetto all’export a causa dei rialzi dei prezzi energetici e la svalutazione dello yen
Sedicesimo mese consecutivo in rosso per la bilancia commerciale giapponese, a fronte del valore delle importazioni, +30,3%, che crescono fuori misura rispetto all’export come conseguenza dei rialzi dei prezzi energetici e la svalutazione dello yen.
Il deficit in novembre ha registrato un rosso di 2.030 miliardi di yen, equivalenti a poco più di 14 miliardi di euro, con un rialzo in percentuale di oltre il 30% per gli approvvigionamenti di risorse energetiche rispetto al mese di riferimento del 2021, fermo a quota 10.860 miliardi di yen.
Il dato fornito dal ministero delle Finanze si raffronta con un aumento delle esportazioni del 20% a 8.840 miliardi di yen, trainate dalla domanda del settore auto negli Stati Uniti e di macchinari industriali.
La gestione più circospetta della pandemia da Covid in Cina, primo partner commerciale del Giappone, ha invece provocato un ridimensionamento della domanda delle merci nipponiche, attraverso un rialzo del 3,5%, rispetto al +7,7% di ottobre.
L’andamento attuale, secondo gli analisti, con ogni probabilità farà schizzare il deficit annuale del commercio a livelli che non si vedevano dal 2014, quando il rosso si era assestato a 12.820 miliardi di yen (88,7 miliardi di euro)