
A Napoli, primo caso in Campania (secondo a livello nazionale dopo Taranto), è stata valutata positivamente l’istanza di un debitore nullatenente
Secondo caso di applicazione della nuova legge “salva-suicidi”, che trova l’applicazione pratica nel Codice della crisi con l’art. 283.
In particolare a Napoli, (il primo caso si è registrato a Taranto), è stata valutata positivamente l’istanza di un “debitore incapiente”.
La normativa introdotta con il decreto Ristori del 2020 ha modificato la legge “anti-suicidi” varata nel 2012, introducendo la procedura a favore dei soggetti sovraindebitati che hanno perso ogni patrimonio (la cosiddetta esdebitazione).
L’obiettivo della norma è di offrire la possibilità al debitore, persona fisica, di liberarsi integralmente dei propri debiti, anche nelle ipotesi in cui non abbia beni da mettere a disposizione di creditori concorrenti.
Il gestore incaricato ha ritenuto possibile applicare il principio del “debitore incapiente” per il contribuente partenopeo moroso. È emerso che il soggetto ha un reddito minimo e non ha possibilità di offrire beni alla procedura, utilizza un’automobile usata, non ha effettuato spese folli o irrazionali e ha contratto debiti esclusivamente per sostenere la famiglia con i suoi quattro figli.
Valutato anche il luogo di origine e residenza dell’uomo, Scampia, il famigerato quartiere degradato nella periferia del capoluogo partenopeo.
Esaminata l’istanza e valutata la fattibilità, è stato quindi richiesto il sigillo definitivo al tribunale.