
La vigilia della Fed si dimostra più tesa del previsto per le Borse europee. Sul listino milanese bene tutti i bancari, trascinati da Unicredit
Chiusura contrastata per le principali borse europee. La performance migliore è quella di Milano, che a fine seduta guadagna l’1% con il Ftse Mib a 26.599 punti. Piatte Parigi e Francoforte, che chiudono entrambe a +0,01%. Negativa Londra a -0,16%.
La vigilia della Fed si dimostra più tesa del previsto per le Borse europee che, dopo un rally durato per quasi tutto gennaio, chiudono sottotono l’ultima seduta del mese (il cui bilancio resta largamente positivo per tutti i listini).
Stavolta però la “mosca bianca” è Piazza Affari che tocca un guadagno dell’1% tondo e aggiorna i massimi da un anno grazie ai conti record di UniCredit, che moltiplicano gli acquisti su tutto il comparto del credito.
Fiaccati dal dato sull’inflazione francese, i listini del Vecchio Continente hanno ridotto le perdite solo verso fine seduta in scia a Wall Street, dove il dato del costo del lavoro sotto le attese rafforza la speranza che l’inflazione Usa abbia ormai già raggiunto il suo picco (e di conseguenza, la Fed possa allentare la sua stretta nei prossimi mesi).
Sul mercato valutario, infine, l’euro verso fine seduta è scambiato in calo a 1,085 dollari (da 1,086 dollari alla vigilia) e 141,11 yen (141,70), mentre il dollaro/yen è a 130,01 (130,40). Torna a salire il prezzo del gas: +4,5% a 57,6 euro al Mwh, mentre scende quello del petrolio con il Wti di marzo scambiato sui 76,8 dollari (-1,5%) al barile e il Brent del Mare del Nord a 83,7 dollari (-1,3 per cento).
La protagonista assoluta sul listino milanese è Unicredit (+12,3%) il cui exploit, legato alla trimestrale sopra le attese, di riflesso ha trascinato in alto anche Banco Bpm (+2,7%), Bper (+3,6%) e Intesa Sanpaolo (+2,8%). In coda invece finiscono Recordati (-2,7%), Amplifon (-1,1%) e Leonardo (-1,7%). “Effetto UniCredit” anche per Mps (+5,6%) e la Popolare di Sondrio (+3,9%).