
Nonostante il Qatargate, è una delle ancore di salvezza per la sostituzione delle forniture di gas russo. Prorogati, quindi, i tempi per l’adeguamento alle norme fiscali europee
In linea di principio il Qatar ha un mese e mezzo di tempo per mettersi in regola con i parametri Ue di cooperazione in materia fiscale evitando così di finire nella lista nera (black list) delle giurisdizioni non cooperative (in pratica paradisi fiscali). Lo ha deciso oggi l’Ecofin.
Il Qatar avrebbe dovuto modificare o abolire il regime di esenzione per i redditi di fonte estera considerati dalla Ue “dannosi” entro fine 2022, ma, indicano i ministri finanziari “ha dovuto far fronte a vincoli di riforma costituzionale, dimostrato progressi tangibili nel 2022” in quella direzione. Di qui la concessione di tempo fino al 31 marzo 2023 per adeguare la legislazione in materia di regole antiabuso.
Il Qatar si è impegnato ad applicare la legislazione modificata con effetto dal 1° gennaio 2023. In ogni caso, non sarà ad aprile che si deciderà se ciò sarà effettivamente avvenuto, bensì soltanto il prossimo ottobre perché la verifica dei casi avviene due volte l’anno e il secondo appuntamento è appunto fra 8 mesi.
Lo stesso vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha confermato che la prossima decisione sulle “liste” sarà presa, appunto, a ottobre. Di conseguenza, la scadenza appare lasca.
La posizione del Qatar era stata giudicata negativamente dalla Commissione il primo febbraio scorso nelle riunioni tecniche e, stando a informazioni circolate nei giorni scorsi, l’Italia si era opposta al trasferimento nella “black list”. Sulla stessa posizione italiana anche qualche altro stato membro. Di qui la concessione della proroga dei tempi. Il Qatar (nonostante il Qatargate) è una delle ancore di salvezza della Ue per la sostituzione delle forniture di gas russo.