
Jacob Garlick si è aggiudicato il Flatiron Building a New York per 190 milioni di dollari, poi però non ha pagato nei termini previsti i 19 milioni di deposito. Ora il futuro dell’edificio più fotografato dai turisti è incerto
Compra all’asta il Flatiron Bulding di New York, poi non paga. Jacob Garlick del fondo di investimento Abraham Trust la settimana scorsa si è aggiudicato uno degli edifici più fotografati della Grande Mela per 190 milioni di dollari (175,9 milioni di euro), poi però non ha pagato nei termini previsti i 19 milioni di deposito ed ora il futuro dell’iconico palazzo è incerto. Completato nel 1902 e noto per la sua particolare forma a triangolo, era inutilizzato dal 2019.
L’asta, alla quale hanno partecipato principalmente Jacob Garlick e Jeffrey Gural di GFP Real Estate, uno degli attuali proprietari, si è tenuta all’esterno dell’edificio il 22 marzo. Se Garlick si tirerà indietro la prassi prevede che il diritto di acquisizione passi al secondo arrivato ma Jeff Gural non sembra interessato a comprare l’edificio per quella cifra. Secondo Gural la valutazione, più di 200 milioni di dollari prima della pandemia, è diminuita notevolmente e ha bisogno di 100 milioni per i lavori di ristrutturazione.
«Sospetto che non avesse i soldi o che si sia reso conto di aver fatto un’offerta eccessiva e abbia deciso di non procedere», ha sottolineato al New York Times Peter Axelrod, nominato dal tribunale per arbitrare l’operazione, che ora ha escluso Garlick come acquirente.
Ufficialmente noto come Fuller Building, in onore del fondatore della società di costruzioni, George A. Fuller, l’edificio in stile Beaux-Arts è stato progettato dall’architetto Daniel Burnham quando i grattacieli hanno cominciato a modellare la sagoma della Grande Mela. L’edificio ha cambiato ben presto nome grazie ai newyorkesi. Con i suoi 20.000 mq su 87 metri, il Flatiron Building è stato a lungo il grattacielo più alto di New York. E’ andato all’asta su mandato del tribunale dopo che divergenze inconciliabili tra i suoi cinque proprietari bloccarono la ristrutturazione. E’ rimasto quasi completamente vuoto per quattro anni, da quando il suo inquilino di lunga data, Macmillan Publishers, che occupava tutti i piani degli uffici, si è trasferito nel 2019.
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