
Il segretario della Cgil è stato intervistato da La Stampa: “Quando un governo non ti ascolta, è perché pensa di potersi permettere di farlo. Dimostreremo che non è così”
“Abbiamo costruito con Cisl e Uil un piano di mobilitazione. Lo discuteremo nelle assemblee, nei luoghi di lavori e sul territorio. È una cosa che non si fa più, quella di ascoltare la persone, poiché solo insieme si cambiano le condizioni. Da aprile parte la consultazione. A maggio scatterà la mobilitazione. Ogni settimana una grande manifestazione: Bologna (6 maggio) Milano (13) e Napoli (20). Vogliamo risultati, non è un processo fine a sé stesso. È chiaro che non ci fermeremo il 20 maggio, andremo avanti sinché non avremo ottenuto quello che chiediamo” .
Così il segretario della Cgil Maurizio Landini in una intervista a La Stampa, in cui annuncia “il governo ci porta al collasso, la nostra protesta non si fermerà”.
E sui critici che dicono che non è un vero sciopero e accusano il sindacato di avere le polveri bagnate, Landini risponde dalle pagine de La Stampa: “Diciamola come va detta. Gli scioperi sono un sacrificio; non si minacciano, si preparano e si organizzano. Quando un governo non ti ascolta, è perché pensa di potersi permettere di farlo. Non escludo nulla. Loro dicono di durare l’intera legislatura? Noi intendiamo durare più del governo. Non so cosa pensino i critici. So che noi abbiamo a mente le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori, i giovani precari, i pensionati, e ci battiamo per cambiarla. Ci vuole presenza e capacità di ascolto perché le persone si sentono sole. Questo è l’inizio, la costruzione democratica del consenso. Chiediamo ai cittadini di scendere in piazza per il cambiamento. Le assemblea preparano un percorso di mobilitazione che senza risposte non si fermerà a maggio. La democrazia si difende praticandola”.
(foto ANSA)