
Eni ha chiuso i primi tre mesi del 2023 con un utile netto adjusted pari a 2,9 miliardi di euro. Confermato per maggio l’aumento del dividendo e l’avvio del programma di buyback
Bilancio trimestrale in calo per Eni. La società ha chiuso il periodo gennaio-marzo con un utile ante imposte adjusted pari a cinque miliardi di euro, mostrando una riduzione rispetto al primo trimestre 2022 (-5%) anche per la significativa contrazione dei prezzi delle materie prime energetiche (petrolio -20%; gas naturale -42%). L’utile netto adjusted di competenza degli azionisti è stato di 2,9 miliardi di euro, in calo dell’11% rispetto al primo trimestre 2022. Stabile la produzione, a 1.656 milioni di barili equivalenti al giorno.
Le nuove guidance sono state riviste al ribasso per quanto riguarda l’utile operativo rettificato, che scende a 12 miliardi di euro da una stima iniziale di 13 miliardi. Pesano cambio euro/dollaro e discesa dei prezzi del gas. Il flusso di cassa è atteso a 16 miliardi di euro, in miglioramento rispetto alle previsioni iniziali a scenario costante. La produzione di idrocarburi resta confermata tra 1,63-1,67 milioni di barili equivalenti al giorno (1,6 milioni nel secondo trimestre), con le quotazioni del petrolio a 85 dollari al barile e l’obiettivo esplorativo di 700 milioni di boe di nuove risorse.
Eni confermerà alla prossima Assemblea annuale degli azionisti di maggio il piano già annunciato di incremento del dividendo 2023 a 0,94 euro per azione e l’avvio del programma di buy-back da 2,2 miliardi di euro.
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