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Attualita'

Test su animali (ri)autorizzati: proteste in Inghilterra

Giulia Guidi
8 Maggio 2023
Test su animali (ri)autorizzati: proteste in Inghilterra
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Prima dell’inizio della produzione le firme del settore beauty possono richiedere licenze per eseguire test sugli animali per garantire la sicurezza dei lavoratori che maneggiano alcune sostanze In Gran Bretagna […]

Prima dell’inizio della produzione le firme del settore beauty possono richiedere licenze per eseguire test sugli animali per garantire la sicurezza dei lavoratori che maneggiano alcune sostanze

In Gran Bretagna è bufera sul governo che ha autorizzato la ripresa dei test sugli animali per gli ingredienti dei cosmetici, ponendo fine a un divieto di 25 anni, ma senza che i consumatori fossero al corrente.

A riferirlo è la Bbc, dando notizia del parere positivo dell’Alta Corte che con una sentenza di pochi giorni fa ha affermato che l’esecutivo ha agito legalmente. Cruelty Free International (CFI), che ha portato il caso a conoscenza, ha sostenuto che si tratta di una misura illegale e in violazione del divieto di test sugli animali per il trucco e i suoi ingredienti, in vigore dal 1998. Il pronunciamento dell’Alta Corte è arrivato dopo che attivisti per i diritti degli animali hanno sporto formale denuncia.

Più di 80 marchi hanno dichiarato di essere “sgomenti” per la nuova posizione del governo. “Siamo lieti che l’Alta Corte abbia concordato con la posizione del governo in questo caso. Il governo è impegnato nella protezione degli animali nella scienza”, ha replicato alla Bbc un portavoce del ministero dell’Interno.

Nel concreto, prima dell’inizio della produzione le firme del settore beauty possono richiedere licenze per eseguire test sugli animali per garantire la sicurezza dei lavoratori che maneggiano alcune sostanze, ma tali test non serviranno a verificarne la sicurezza per i consumatori, per la quale ci vorranno altri metodi.

Tra le sostanze che necessitano di test c’è l’omosalato, un ingrediente per la protezione solare comune nei correttori e nei fondotinta e che ora i ratti potrebbero essere costretti ad ingerire. A basse dosi l’omosalato è sicuro, ma a concentrazioni più elevate le prove del suo impatto sul sistema immunitario umano sono incerte.

Secondo la sentenza di giustizia, il governo di Londra ha precisato di aver modificato la sua politica sulla sperimentazione animale per allinearla alle norme chimiche dell’UE se vuole vendere i suoi prodotti di cosmesi in Europa. Nel Regno Unito i test sugli animali per il trucco o i suoi ingredienti erano stati completamente vietati nel 1998, ma erano stati consentiti solo se i benefici ottenuti dalla ricerca superavano qualsiasi sofferenza animale, ad esempio per i farmaci.

Nel 2020 l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa), un’agenzia dell’UE che sovrintende alla regolamentazione chimica, ha stabilito che le aziende dovevano testare alcuni ingredienti utilizzati nei cosmetici sugli animali per assicurarsi che fossero sicuri per i lavoratori che li fabbricano.

Quando il caso è scoppiato in Gran Bretagna, è emerso che in realtà è dal 2019 che il governo ha rilasciato licenze per la sperimentazione animale di ingredienti cosmetici in linea con le norme chimiche europee, mantenute nonostante Londra abbia lasciato l’UE nel 2020.

Tuttavia non è stato reso noto il nome delle aziende beneficiarie del provvedimento. Il regolamento UE sulle sostanze chimiche richiede di testare i soli ingredienti cosmetici sui ratti. Il giudice Linden dell’Alta Corte si è pronunciato a favore del governo, affermando che il cambiamento di politica rispetta ancora le leggi esistenti, affermando però che era “deplorevole” che il pubblico non fosse stato informato. Il cambio di posizione del governo è stato pesantemente criticato dai principali marchi di bellezza e cosmetici, tra cui Unilever, Body Shop e Boots, che da tempo hanno condotto una campagna per porre fine ai test sugli animali.

“Consentire la sperimentazione animale per i cosmetici sarebbe un colpo devastante per i milioni di persone che hanno sostenuto le campagne per porre fine a questa spaventosa pratica”, ha detto alla Bbc Christopher Davis, direttore dell’attivismo e della sostenibilità presso Body Shop. I vertici del marchio hanno dichiarato che avrebbero “fatto una campagna vigorosa” contro i cambiamenti.

“Il caso mostra chiaramente che il governo stava dando la priorità agli interessi delle società di test a contratto rispetto a quelli degli animali e ai desideri della stragrande maggioranza dei britannici che sono fortemente contrari ai test sui cosmetici”, ha deplorato Michelle Thew, amministratore delegato di Cruelty Free International.

Per Julia Fentem, capo del centro di sicurezza e garanzia ambientale di Unilever, una delle più grandi aziende cosmetiche del mondo, i test potenzialmente richiesti dalla nuova politica sono “non necessari” mentre i test di sicurezza potrebbero essere eseguiti senza il coinvolgimento degli animali.

In conclusione il giudice Linden ha sottolineato che nulla impedisce al governo, se lo desidera, di introdurre un divieto assoluto di test sugli animali per i prodotti per il trucco. Cruelty Free International ha dichiarato che presenterà ricorso contro la decisione presa dal tribunale e chiederà al governo di ripristinare il divieto totale nel Regno Unito.

Quest’anno dovrebbe essere pubblicata una nuova strategia sulle sostanze chimiche che delinei la posizione del governo sull’uso e sui test delle sostanze chimiche nel Regno Unito, che potrebbe includere ulteriori indicazioni per le aziende cosmetiche. 

(foto SHUTTERSTOCK)

  • uk
  • test sugli animali

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