
I 35 mln previsti nel piano sono destinati per 21 mln a impianti e macchinari e per i restanti 14 mln a investimenti commerciali in Italia e sui mercati esteri. Rigoni: “Quotazione in Borsa? Vedremo”
Un fatturato 2022 salito a 138,3 milioni di euro dai 128,4 dell’anno precedente, un piano di investimenti 2023-2026 da 35 milioni e un motto, scelto per festeggiare con un francobollo i 100 anni di attività, che riassume la filosofia dell’azienda: Natura magistra vitae.
Questo, a brevi tratti, il profilo di Rigoni di Asiago, nata nel 1923 dall’idea di Elisa Rigoni di produrre miele sull’Altipiano devastato dagli effetti della Prima Guerra mondiale.
In un secolo la Rigoni di Asiago, giunta alla terza generazione dell’omonima famiglia, ha esteso la sua gamma di prodotti, sempre all’insegna del biologico, e anche la sua dimensione geografica. Negli anni, al miele, si sono aggiunte marmellate, un dolcificante estratto dalle mele, creme spalmabili alla nocciola, bevande di frutta e, dallo scorso anno, con l’acquisizione della francese Saveur & Nature, si è affacciata anche sul mondo del cioccolato.
“Ci saranno nuovi prodotti, tutti rigorosamente biologici” spiega a Radiocor Andrea Rigoni, presidente dell’omonima azienda e principale azionista con il 57,3% attraverso la Giochele srl mentre il restante 42,7% fa capo al fondo di private equity Kharis Capital. “Siamo appena usciti in Italia con un nuovo prodotto nelle creme spalmabili di frutta e abbiamo da poco presentato al mercato una gamma di tre nuove creme proteiche, a base di frutta secca e nel 2024 – aggiunge Rigoni – a seguito dell’acquisizione della fabbrica di cioccolato francese Saveur & Nature, presenteremo al mercato italiano delle novità nel mondo del cioccolato”.
L’Italia è il mercato principale della Rigoni di Asiago (61% del fatturato) mentre sul fronte export la Francia è capofila seguita dalla Germania e dal Benelux, vengono poi gli Usa, Svizzera, Polonia, Bulgaria e Israele.
Per proseguire nella sua espansione la Rigoni di Asiago ha messo sul tavolo un piano di investimenti 2023-2026 da 35 milioni contro i 7,1 mln del 2021 e i 7,2 mln dello scorso anno. I 35 mln previsti nel piano sono destinati per 21 mln a impianti e macchinari e per i restanti 14 mln a investimenti commerciali in Italia e sui mercati esteri. “Da questi numeri – aggiunge Andrea Rigoni – sono esclusi altri investimenti del gruppo in Bulgaria e in Francia ed eventuali nuove acquisizioni di aziende”.
Se così nuove operazione di M&A sembrano essere possibili, sembra invece più lontana l’iptesi di una quotazione in Borsa. “Con le attuali turbolenze di mercato – sottolinea Rigoni – non sembra possibile. Se lo scenario cambia, non lo posso escludere”.
Intanto il rapporto con Kharis, socio al 42,7%, è “di stimolo alla crescita. Condividiamo scelte e obiettivi a breve e medio periodo. Il rapporto è buono e di stimolo per entrambi”.
(foto SHUTTERSTOCK)