
L’aumento del costo del lavoro risulta inferiore al tasso di inflazione che, alla fine del trimestre, nel mese di marzo è pari al 7,6% e nei due mesi precedenti è stato ancora maggiore
Nel primo trimestre balza in avanti il costo del lavoro. Secondo quanto comunicato dall’Istat rispetto al trimestre precedente la crescita è dell’1,8% con un aumento sia delle retribuzioni (+1,2%) sia, in misura maggiore, degli oneri sociali (+3%).
Su anno si assiste ad una crescita ancora più corposa del 3,9% con un +3,4% per la componente retributiva e un +5,4% e per gli oneri sociali. All’aumento delle retribuzioni concorrono gli importi una tantum, mentre l’aumento degli oneri sociali è legato al restringimento degli interventi di decontribuzione del 2021-2022.
Il balzo in avanti del costo del lavoro risulta tuttavia inferiore al tasso di inflazione che, alla fine del trimestre, nel mese di marzo è pari al 7,6% e nei due mesi precedenti è stato ancora maggiore. L’incremento delle retribuzioni non basta così a compensare la corsa dei prezzi e a difendere il potere d’acquisto dei lavoratori.
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