L’Italia si confermatra i Paesi industrializzati con il maggior peso di imposte e contributi sui salari. Il fisco risulta in lieve aumento per i lavoratori single, più leggero per le famiglie. Questo è quanto emerge dal rapporto dell’Ocse che analizza la fiscalità sul lavoro nei 38 Paesi aderenti. Ebbene, l’Italia ha registrato un cuneo fiscale effettivo del 45,1% nel 2023 dal 45% del 2022.
L’incremento rispetto al 2022 deriva da un lato da un aumento di 2,36 punti delle imposte sul reddito (contro +0,17 Ocse) e dall’altro dal calo di 2,32 punti dei contributi a carico del lavoratore (-0,07 Ocse).
Come negli anni scorsi l’Italia è al quinto posto nella classifica della tassazione sui salari, dove al primo posto c’è ancora una volta il Belgio con un cuneo del 52,7% (-0,2 punti), seguito dalla Germania con il 47,9% (-0,5), dall’Austria con il 47,2% (+0,3) e dalla Francia con il 46,8% (-0,2). Segueno l’Olanda al 35,1%, il Regno Unito al 31,3% (-0,3) e gli Usa al 29,9% (-0,5%). L’Australia ha l’aumento record del cuneo con +2,2% punti, ma al pur sempre moderato livello del 29,2%. La Svizzera si ferma al 23,5%.
Il fisco più amichevole per il lavoro resta quello della Colombia dove è pari a zero ai sensi delle normative internazionali, ma dati bassi si riscontrano anche in Nuova Zelanda (21,1%), Messico al 20% ed il Cila al 7%.
Al top per costo del lavoro ci sono la Svizzera con 106mila dollari e il Belgio con 103.400. Seguono Germania e Francia, rispettivamente con 97.700 e 83 mila dollari. L’Italia è alle spalle degli Usa (72.700 dollari) e davanti alla Spagna (63.700 dollari).