Confedilizia chiede di cominciare ad eliminare l’Imu partendo dagli edifici ritenuti inagibili e inabitabili
Il gettito annuale dell’Imu si è attestato a circa 22 miliardi di euro ed entro domani deve essere versata la metà dell’importo dovuto: circa 11 miliardi di euro. Lo ricorda Confedilizia.
Considerando anche la seconda rata dell’Imu, da pagare il 18 dicembre 2023, l’associazione stima che il peso totale della “patrimoniale sugli immobili”, come la definisce l’associazione, dal 2012, anno della sua introduzione con la manovra Monti, raggiungerà oltre 270 miliardi di euro. Confedilizia sottolinea l’onere di questa forma di tassazione, definita “particolarmente odiosa”.
L’Imu viene applicata anche agli immobili ritenuti inagibili e inabitabili, con una base imponibile ridotta del 50%. Tra il 2011 e il 2021 gli edifici ridotti a ruderi sono più che raddoppiati, passando da 278.121 a 594.094 (+113%). L’associazione evidenzia l’importanza di affrontare la questione degli immobili in queste condizioni e chiede di eliminare simbolicamente questa tassazione che costerebbe poco più di 50 milioni di euro.
«Si tratterebbe di un supporto per i tanti proprietari (eredi, assai di frequente) che non hanno le forze e i giusti stimoli per riqualificare i loro beni, in molti casi privi di qualsiasi possibilità di essere venduti o affittati e sui quali grava il rischio di un obbligo di riqualificazione energetica per effetto della proposta di direttiva europea in tema di case green. Chiediamo al governo di avviare una graduale riduzione di questa distruttiva patrimoniale annuale sugli immobili, nemica del risparmio e della crescita», afferma il presidente Giorgio Spaziani Testa.
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