
Nel 2022 si è visto un +22%
Secondo quanto emerge dal rapporto di Assorimap, l’Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori di materie plastiche, realizzato da Plastic Consult e che fotografa la situazione all’interno dell’industria italiana del riciclo meccanico delle materie plastiche, nel 2022 la crescita del fatturato ha registrato un trend in crescita.
Trend che ha permesso di segnare, come primo target in questo senso, un lusinghiero +18% rispetto al 2021 anno che, a sua volta, aveva consegnato un risultato in crescita del 67%.
Analizzando le singole voci, si scopre che alla ripresa dei consumi di plastica arrivata con la ripresa delle attività nel periodo post pandemia del 2021 ha fatto seguito un 2022 caratterizzato da una lieve contrazione (-1,5%) nella produzione di Materie Prime Seconde in plastica (785mila tonnellate) provenienti dal riciclo meccanico dei rifiuti post-consumo. Tra le cause, anche la guerra in Ucraina, con l’incremento dei costi dell’energia.
Considerando le oltre 350 aziende attive, la zona in cui si concentrano la maggior parte di impianti di riciclo meccanico, è nel Nord Ovest, in particolare in Lombardia, con poco meno del 40% del totale, segue il Nord Est con poco più del 30%. Il Sud e le isole arrivano al 22% e il 9% si trova nel Centro Italia.
Le fonti per il riciclo meccanico post-consumo si concentrano per lo più nella raccolta urbana (68% del totale) mentre il 23% arriva da “commercio e industria” e il 5% dal comparto agricolo
Walter Regis, presidente Assorimap «L’Italia deve tutelare le imprese che hanno investito nel riciclo meccanico della plastica in questi 25 anni. Queste imprese hanno consentito all’Italia di potersi allineare agli obiettivi europei con risultati eccezionali in termini ambientali, economici e sociali. Oggi tali imprese, leader mondiali per qualità delle Materie prime secondarie e per tecnologie finalizzate alla trasformazione, stanno continuando a investire per restare competitive in un settore ad alto dinamismo industriale. Questo coraggio ha garantito al comparto una robusta resilienza, nonostante criticità e ostacoli derivanti dalla complessità dello scenario globale. In particolare hanno inciso la produzione asiatica di polimeri vergini low cost, che hanno invaso il mercato europeo, e i costi di produzione in crescita a causa dei rincari energetici. Il riciclo meccanico della plastica rappresenta quindi un fiore all’occhiello del Made in Italy e il cuore dell’economia circolare: l’auspicio è che venga sostenuto dalla politica, soprattutto in ambito europeo, a partire dalla rimozione di eccessivi lacci burocratici a favore di una maggiore competitività».
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