
Ampia anche la percentuale di chi sceglie il biologico
La sostenibilità, nuovo mantra dei tempi moderni, è un concetto che, a quanto pare non solo è stato ampiamente recepito dall’opinione pubblica ma anche applicato. Nonostante i costi. Infatti, a differenza di quanto si potrebbe pensare, adottare nuovi standard e nuove scelte di consumo comporta un costo. Questo il primo risultato che si delinea dal nuovo sondaggio realizzato da Ipsos per l’edizione 2023 de Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale.
Stando ai dati, poco meno della metà degli italiani per la precisione il 46% è intenzionato a cambiare stile di vita adottando pratiche, per l’appunto, più sostenibili come, ad esempio, il risparmio dell’energia, una dieta a prevalenza vegetale e favorendo acquisti sostenibili anche se più costosi. A rispondere a quest’ultima voce è il 31% degli intervistati. In realtà si tratta di pratiche adottate ormai già da diverso tempo e con ottimi risultati visto che le percentuali di chi si impegna nella raccolta differenziata, nel risparmio energetico e nel ridurre il consumo idrico arriva rispettivamente all’89%, all’88% e all’87%.
C’è poi una serie di voci riguardanti i consumi alimentari. Voci che riguardano per lo più l’acquisto di prodotti biologici (fatto dal 60% degli intervistati che a loro volta si divide tra il 19% di chi lo fa spesso e il 41% di chi, invece, abbastanza). Lo stesso dicasi per chi sceglie il commercio equosolidale. Anche in questo caso si è di fronte al 56% di chi lo fa con una divisione interna tra il 17% di consumatori abituali il 39% che invece non è così assiduo.
Secondo quanto commentato da Andrea Alemanno, principal di Ipsos Strategy3 «Molti si sentono pronti a ‘traslocare’, ma questa disposizione ideale è frenata dalle conseguenze negative, se comparate con un effetto non altrettanto certo. Infatti per il 58% degli italiani sarà impossibile realizzare transizioni energetiche, ambientali, digitali e sociali senza avere ripercussioni negative su alcuni membri o settori della società. Quasi la metà, il 45%, si attende ripercussioni limitate e gestibili, e solo il 18% ritiene che i benefici supereranno largamente i disagi. Accelerare questa fase di trasformazione è fondamentale».
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