
Tutta colpa del balzo dei costi e del clima che ha determinato una riduzione delle semine, con la messa a coltura di ben 7500 ettari di risaie in meno per un totale di circa 210mila ettari, il minimo da inizio secolo
Crolla la produzione di riso in Italia. Si attesta a -30% per effetto del balzo dei costi e del clima che ha determinato una riduzione delle semine, con la messa a coltura di ben 7500 ettari di risaie in meno per un totale di circa 210 mila ettari, il minimo da inizio secolo. A lanciare l’allarme è la Coldiretti che commenta i dati Fao usciti oggi sui prezzi alimentari mondiali.
«Il “ricatto” dell’India, che ha bloccato le esportazioni per cercare di aumentare i contingenti a dazio zero e di alzare i limiti di tolleranza per agrofarmaci come il tricilazolo, colpisce – sottolinea la Coldiretti – il cereale più consumato nel mondo che è alla base della dieta di molte comunità, a partire dai paesi asiatici ma anche in alcune aree dell’Africa. Il consumo mondiale di riso nel 2022 è stato di quasi 521 milioni di tonnellate in aumento di oltre 9 milioni rispetto all’anno precedente».
Nonostante l’Italia sia il principale produttore di riso in Europa con il 50% dei raccolti per un quantitativo di circa 1,5 milioni di tonnellate di risone all’anno, più di un un pacco di riso su quattro venduto in Italia secondo la Coldiretti arriva dall’estero soprattutto da paesi che non rispettano le stesse regole, sul piano ambientale, sociale e sanitario, in vigore nell’Unione Europea e fanno concorrenza sleale alle produzione Made in Italy.
«Per sostenere la produzione nazionale bisogna lavorare sugli accordi di filiera che sono uno strumento indispensabile per la valorizzazione delle produzioni nazionali e per un’equa distribuzione del valore lungo tutta la catena, dalla produzione al consumo», ha sottolineato il presidente Ettore Prandini.
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