
L’attuazione in Italia del pacchetto europeo “Fit for 55” per la decarbonizzazione al 2030 comporterebbe, in 10 anni, maggiori costi cumulati di 136,7 miliardi, generando un aumento del valore aggiunto di 689,1 miliardi e un risparmio di costi, per il solo settore energia, di ben 66 miliardi, con maggiori entrate per lo Stato di 529,5 miliardi
L’attuazione delle misure europee per l’economia circolare Fit for 55 consentirebbe all’Italia, al 2030, di risparmiare 82,5 miliardi di materiali importati, di aumentare di 4 miliardi il valore delle attività di riciclo dei rifiuti e di ridurre i costi dello smaltimento di rifiuti in discarica di 7,3 miliardi. E’ il quadro che emerge dalla tradizionale Relazione presentata agli Stati Generali della green economy, in occasione dell’apertura di Ecomondo alla Fiera di Rimini.
L’attuazione in Italia del pacchetto europeo per la decarbonizzazione al 2030 comporterebbe, in 10 anni, maggiori costi cumulati di 136,7 miliardi, generando un aumento del valore aggiunto di 689,1 miliardi e un risparmio di costi, per il solo settore energia, di ben 66 miliardi, con maggiori entrate per lo Stato di 529,5 miliardi. Non solo. L’Italia avrebbe benefici di circa 2,4 miliardi dal ripristino degli ecosistemi, con costi di 261 milioni: i benefici sarebbero circa 9 volte i costi sostenuti.
«Un maggiore impegno nelle misure per la transizione ecologica all’economia di domani potrebbe contribuire in modo decisivo al rilancio dell’economia italiana, a promuovere innovazioni e investimenti – ha ricordato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. – Attraverso una serie di misure “”potremmo promuovere il rilancio dell’economia italiana che invece, senza nuove prospettive, sta entrando in una fase di preoccupante stagnazione».
Per quanto concerne il capitolo “Clima ed Energia” si evidenziano gravi ritardi nella riduzione di emissioni nette di gas serra, che si sono ridotte solo del 4% dal 2015 al 2022 e sono aumentate del 2% dal 2019 al 2022. L’energia rinnovabile è diminuitaal 19% nel 2022 dal 21% del 2021 ed il trend è molto lontano dal target del 40% al 2030; le rinnovabili elettriche sono calate al 35,6% della richiesta nel 2022 dal 41% del 2021 ed i 3 GW istallati confermano che l’Italia è ancora ben lontanadai target di 10/12 di GW necessari per mettersi al passo con gli obiettivi europei al 2030 e in ritardo rispetto agli altri grandi Paesi europei.
Sul tema “Economia circolare”, la produttività delle risorse nel 2022 è ancora fra le migliori nell’UE a 3,3 euro di PIL per Kg di risorsa consumata, ma è in calo rispetto ai 3,5 del 2019. La percentuale del riciclo di tutti i rifiuti nel 2020 è stata ad un buon livello (72%), a fronte di una media europea del 58%, ma il tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo è sceso al 18,4%.
FOTO: IMAGOECONOMICA