
La raccolta globale al valore di mercato si è attestata a 53 miliardi di euro (+9% rispetto a fine 2022), con una raccolta netta globale positiva per 3,6 miliardi di euro, confermando la fiducia dei clienti
Il gruppo Sella ha chiuso i primi nove mesi del 2023 registrando un utile netto di 105,1 milioni di euro, in aumento del 18,3% rispetto agli 88,9 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente. Lo riferisce il gruppo in una nota.
Senza considerare la componente non ricorrente derivante dalla partnership strategica con il Gruppo Sesa, che ha portato alla costituzione di Nivola, controllata da Sella tramite Centrico, e di BDY, partecipata da Centrico al 49% e alla quale è stato trasferito un ramo d’azienda, l’utile netto è stato di 88,9 milioni di euro.
Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno si sono registrati un maggior costo del rischio di credito e alcune svalutazioni prudenziali su partecipazioni a patrimonio netto.
Dal punto di vista industriale l’andamento è stato comunque in crescita, come testimonia il risultato di gestione pari a 251,7 milioni di euro (+41,3%)”, si legge in una nota.
La raccolta globale al valore di mercato si è attestata a 53 miliardi di euro (+9% rispetto a fine 2022), con una raccolta netta globale positiva per 3,6 miliardi di euro, confermando la fiducia dei clienti.
Gli impieghi a supporto delle attività di famiglie e imprese, al netto dei Pct, sono aumentati a 10,9 miliardi di euro (+3,4%). I ricavi netti da servizi sono aumentati del 7,1% a 311 milioni di euro e il margine di interesse del 60,3% a 396,7 milioni di euro, grazie prevalentemente alla componente commerciale e alla dinamica dei tassi di interesse.
Il margine di intermediazione ha quindi raggiunto i 746,8 milioni di euro (+20,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), permettendo al gruppo di proseguire gli investimenti, le iniziative di sviluppo e la crescita occupazionale coerentemente al piano strategico. Il risultato netto dell’attività finanziaria si è ridotto a 39 milioni di euro (-52,7% per effetto delle operazioni non ricorrenti dello scorso anno di cessione titoli e crediti fiscali a terzi).
La qualità del credito si “conferma su livelli ottimali”. Il costo del rischio di credito annualizzato si è attestato a 32 bps (era 37 bps a fine 2022). L’Npl Ratio netto è stato pari a 1,7% (era 1,8%) e quello lordo a 3,1% (era 3,5%). Il tasso di copertura sui crediti deteriorati si è attestato al 45,5% (era 49,5%), quello sulle sofferenze al 63,7% (era 65,7%), per via principalmente di alcune cessioni di sofferenze con un elevato grado di copertura e una maggiore presenza di crediti garantiti. Il Texas Ratio è stato pari a 22,9% (era 27,2%).
La solida posizione patrimoniale, ampiamente superiore agli standard richiesti, è cresciuta ulteriormente con il Cet1 al 13,53% e il Total Capital Ratio al 15,40% (erano rispettivamente 13,21% e 15,12% a fine 2022). Ampiamente superiori ai limiti minimi previsti anche gli indicatori della liquidità: LCR al 218,95% e NSFR al 137,29% (la soglia richiesta è per entrambi 100%).
Il cda della capogruppo Banca Sella Holding (nella foto) ha constatato che sulla base dei dati al 30 settembre e delle stime a fine anno l’imposta a carico della stessa Banca Sella Holding sarà prevedibilmente pari a zero per quanto riguarda la tassa sugli extraprofitti. Banca Sella al 30 settembre 2023 ha registrato un utile netto di 132,5 milioni di euro, in crescita rispetto ai 69,1 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente.
(foto WIKIPEDIA)