
Si parla di un calo del 12% per il vino, 30% per le pesche nettarine, 60% delle ciliegie
Quello del 2023 sarà ricordato per uno degli anni, se non addirittura per l’anno più caldo della storia. Un aumento delle temperature che ha portato conseguenze su tutto il settore agricolo, un settore che, soprattutto per il panorama italiano, rappresenta una voce importantissima per l’economia. Ebbene in questo 2023 sono stati persi, finora altissime percentuali di frutta. Si parla del 12% per il vino, 30% per le pesche nettarine, 60% delle ciliegie, tagli del 20% anche sulla produzione di zucche e del 63% delle pere mentre le castagne, ormai, si registra una perdita del 50%.
Tra le coltivazioni ortofrutticole è presente una forte sofferenza anche il settore dell’olio di oliva la cui produzione non è andata oltre le 290mila tonnellate mentre per il riso si arriva a d un taglio del 15%. Il problema, però, non riguarda solo l’agricoltura in sé ma anche le infrastrutture che la riguardano con danni che, su entrambe le voci, arriva a registrare oltre 6 miliardi.
Quello che il report di Coldiretti evidenzia è una generale tendenza del clima alla tropicalizzazione: stagioni ormai indefinite, manifestazioni violente dei temporali ma anche passaggi repentini dal caldo al freddo che non permettono alle piante di abituarsi al cambiamento.
Il tutto, poi, come fa notare il presidente della Coldiretti Ettore Prandini caratterizzato «da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti che si sono alternati al caldo torrido al quale ha fatto seguito un autunno mite ma con violenti nubifragi con l’alluvione che in Toscana ha devastato città e campagne. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli» aggiungendo che «i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio».
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