
La sfida, organizzata da Avpn, tra le migliori pizzerie da tutto il mondo ha visto oltre mille pizzaioli veraci (da 56 Nazioni) votare la propria pizzeria del cuore
Ad aggiudicarsi il titolo di Best Avpn pizzeria, il campionato mondiale della pizza ideato dall’Associazione Verace Pizza Napoletana, è Andrè Nevoso Guidon alla guida di Leggera pizzeria Napoletana di San Paolo, Brasile. La sfida tra le migliori pizzerie da tutto il mondo, a chiusura del calendario 2023 dell’Associazione, ha visto oltre mille pizzaioli veraci (da 56 Nazioni) votare la propria pizzeria del cuore, che per la prima volta nella storia del contest è brasiliana.
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«Un risultato sorprendente – rileva l’Associazione in una nota – a conferma di come la verace pizza napoletana non abbia né confini né nazionalità. A decretare il vincitore gli stessi colleghi pizzaioli provenienti da tutti i continenti: una giuria unica al mondo Da Leggera pizzeria Napoletana regna la vera pizza della tradizione partenopea nonostante i chilometri di distanza».
Forno a legna, impasto leggero, stesura a mano, mix di farine italiane e topping campani è tutto l’essenziale nella cucina di André Nevoso Guidon. «Un traguardo inaspettato quanto entusiasmante – racconta – che premia il nostro lavoro, una sconfinata creatività, ricerca e passione. Sono orgoglioso di essere entrato a far parte dell’albo d’oro dei pizzaioli, insieme con i più grandi volti della pizza napoletana, soprattutto perché questo riconoscimento è il frutto delle votazioni dei miei colleghi».
«Siamo contenti di allargare ogni anno, sempre un po’ di più, la squadra AVPN – afferma Antonio Pace, presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana – che a Best pizzeria, più che mai, si dimostra una grande famiglia. Un format di successo grazie alla partecipazione e al calore dei nostri pizzaioli che in veste di giurati aumentano ancora di più il pregio di questo riconoscimento».
Parallelamente al contest AVPN ha diffuso i risultati del questionario sottoposto alle pizzerie votanti. Rimane fondamentale il prodotto nei criteri di valutazione per il 54% dei pizzaioli, seguito dal servizio con il 43%; sul lato della comunicazione aumenta la percezione dei social come strumento più efficace per promuovere la propria pizzeria.
Tuttavia, da un’analisi Coldiretti/Ipsos, emerge che non c’è pace per la vera pizza Made in Italy all’estero, martoriata con i più svariati condimenti, dall’ananas alle banane fino a quelle condite con la carne di canguro e zebra, ma anche serpenti e grilli; non mancano le speziata con il pollo tandoori immerso nello yogurt o con la cannabis. Piatti che hanno fatto tremare i polsi a 1 italiano su 3 (36%) che in viaggio si è scontrato con le versioni più improbabili.
I dati sono stati diffusi in occasione dell’apertura della prima Pizzeria degli Orrori al Villaggio della Coldiretti a Napoli a sei anni dall’inserimento nella lista Unesco del patrimonio dell’umanità, il 7 dicembre 2017. Un appuntamento per celebrare il piatto più amato della tradizione italiana, ma anche per monitorare e denunciare i tanti scempi che lo storpiano, secondo un’analisi della Coldiretti presentata dal presidente Ettore Prandini.
Tra gli italiani che si sono ‘scottati’ con la pizza all’estero, il 14% ha dichiarato di essere rimasto molto deluso, il 22% si è detto abbastanza scontento, mentre il 26% non si è fidato di mangiarla; sono , invece, il 6%, gli entusiasti e il 20% a cui è piaciuta abbastanza. A deludere sono innanzitutto l’impasto (52%), il sapore (48%) e gli ingredienti utilizzati (36%) ma anche la loro combinazione (34%); bocciati anche la cottura (30%), il costo elevato (25%), la preparazione (24%) e la scarsa digeribilità (23%).
«Garantire l’autenticità della ricetta e dell’arte della preparazione – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – significa anche difendere un piatto parte integrante della nostra tradizione minacciata dalla diffusione di falsi prodotti Made in Italy che hanno raggiunto i 120 miliardi di euro, praticamente il doppio delle nostre esportazioni, sottraendo posti di lavoro e crescita all’Italia».
(foto SHUTTERSTOCK)