
Elemento indispensabile per decine di apparecchiature elettriche
Il rame da sempre considerato un indicatore economico particolarmente importante potrebbe subire un’impennata dei prezzi nei prossimi due anni a causa delle interruzioni dell’offerta mineraria e di una maggiore domanda. In questo secondo caso si tratterebbe di un aumento dettato dalla transizione, alimentata dalla spinta verso le energie rinnovabili. Il rame, infatti, è parte integrante di molte apparecchiature elettriche.
Secondo un rapporto di BMI, un’unità di ricerca di Fitch Solutions, ci sarebbe anche un altro fattore che potrebbe favorire il rialzo, un probabile calo del dollaro USA nella seconda metà del 2024. Potrebbe essere questo, infatti, il periodo in cui la banca centrale statunitense darebbe eventualmente il via alla politica di tagli dei tassi. Un’eventualità che, qualora si verificasse, potrebbe indebolire il dollaro e, a sua volta, rendere il rame, valutato in biglietto verde, più attraente per gli acquirenti stranieri.
In pratica si tratta di un’analisi che riguarda più fattori macroeconomici e strategie di politica internazionale. Non bisogna infatti dimenticare che alla recente conferenza sui cambiamenti climatici COP28, più di 60 paesi hanno sostenuto un piano per triplicare la capacità globale di energia rinnovabile entro il 2030 , una mossa che da più arti, viene ritenuta di estremo interesse per il rame. La conferma arriva dagli analisti di Citibank che parlano di una domanda di rame pari a oltre 4,2 milioni di tonnellate entro il 2030 che potrebbe spingere i prezzi del rame a 15.000 dollari a tonnellata nel 2025, ben oltre il picco dei 10.730 dollari a tonnellata raggiunto nel marzo dello scorso anno.
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