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Ex Ilva: Urso, “urge intervento drastico”

Maria Vincenza D'Egidio
11 Gennaio 2024
Ex Ilva: Urso, “urge intervento drastico”
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Stasera incontro Governo-sindacati «C’è ‘urgenza di un intervento drastico che segni una svolta netta rispetto alle vicende non esaltanti degli ultimi dieci anni». Così ha esordito il Ministro delle imprese […]

Il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi, Roma, 07 agosto 2023. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Stasera incontro Governo-sindacati

«C’è ‘urgenza di un intervento drastico che segni una svolta netta rispetto alle vicende non esaltanti degli ultimi dieci anni». Così ha esordito il Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nella sua informativa al Senato su Ex Ilva: «Nessuno degli impegni presi è stato mantenuto». Poi attacca: «Mittal scarica oneri ma vuole privilegi, inaccettabile».

Alle 19, a Palazzo Chigi, si discuterà del futuro del più grande polo siderurgico italiano che, da mesi, necessita di un’iniezione di liquidità e di una prospettiva di sviluppo aziendale che guardi alla riconversione degli stabilimenti, dopo il tavolo saltato lunedì, il Governo ci riprova con un incontro con i sindacati oggi. Intanto è il Ministro a parlare in aula e le sue dichiarazioni sono dure: «Nulla di quello che era stato programmato e concordato è stato realizzato. Nulla è stato mantenuto in merito agli impegni occupazionali e al rilancio industriale». «Intendiamo invertire la rotta cambiando equipaggio. Ci impegniamo a ricostruire l’ex Ilva competitiva sulla tecnologia green su cui già sono impegnate le acciaierie italiane, prime in Europa – ha poi garantito il ministro – l’impianto è in una situazione di grave crisi. Nel 2023 la produzione si è attestata a meno di 3 milioni di tonnellate, come nel 2022, ben sotto l’obiettivo minimo che avrebbe dovuto essere di 4 milioni, per poi quest’anno risalire a 5 milioni».

Urso come anticipato nelle dichiarazioni, va giù duro con la Arcelor Mittal, che detiene il 62% di Acciaierie d’Italia, che nell’incontro con il governo ha rigettato l’ipotesi di una crescita della partecipazione pubblica di Invitalia al 66% tramite una iniezione di capitale da 320 milioni: «Ancelor Mittal si è dichiarata disponibile ad accettare di scendere in minoranza ma non a contribuire finanziariamente in ragione della propria quota, scaricando l’intero onere finanziario sullo Stato ma, nel contempo, reclamando il privilegio concesso negli originali patti tra gli azionisti realizzati quando diedero vita alla società Acciaierie d’Italia di condividere in ogni caso la governance, così da condizionare ogni ulteriore decisione. Cosa che non è accettabile né percorribile sia nella sostanza che alla luce dei vincoli europei sugli aiuti di Stato – ha concluso il Ministro –abbiamo quindi dato mandato ad Invitalia e al suo team di legali di esplorare ogni possibile conseguente soluzione».

Prosegue il pressing dei sindacati e la loro azione passa per la condanna, unanime, del comportamento tenuto finora da Arcelor Mittal, netto il giudizio del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, che parla di «atteggiamento inaccettabile, con il rischio di far pagare costi sociali a migliaia e migliaia di lavoratori e soprattutto ai territori interessati». «Il governo dica cosa vuol fare», è l’accusa del coordinatore nazionale dei settori siderurgia ed energia della Fiom, Loris Scarpa. Si attende questa sera l’incontro a Palazzo Chigi.

FOTO: ANSA

 

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