
Poco richiesti e difficili da ottenere anche per i tabaccai, la carenza di francobolli sembra essere la pietra tombale sulla comunicazione personale cartacea
Avete provato, di recente, a spedire una lettera? Non una mail, una lettera vera e propria, con la busta e il francobollo. Se la risposta è sì, vi sarete sicuramente accorti che dal tabaccaio è difficilissimo trovarli e l’unica soluzione è andare in posta.
A spiegare la situazione è Gianfranco Labib, presidente di Assotabaccai-Confesercenti interpellato dall’Adnkronos. «Noi tabaccai dobbiamo acquistare i francobolli direttamente agli uffici postali ma non abbiamo un canale preferenziale, dobbiamo andare lì e fare la fila, poi dobbiamo anticipare la cifra a fronte di una richiesta molto, molto bassa. Bisognerebbe dare la possibilità al tabaccaio di bypassare la fila alle Poste magari con una prenotazione telefonica» spiega il presidente Labib.
«L’obbligo di avere un minimo di francobolli per la posta ordinaria da rivendere è importante, questo noi lo capiamo, come da capitolato di oneri firmato con lo Stato abbiamo l’obbligo ma, in questo momento storico non ha senso. Se avessimo facilità di approvvigionamento ed una richiesta importante li andremmo a prendere così invece solo quando ho tempo. Inoltre la marginalità è bassa: appena il 5% da tassare e non possiamo fare un reso e bisogna avere anche più tagli».
Tuttavia, spiega ancora Labib, «c’è un’altra possibilità che è quella di acquistarli online sul sito delle Poste, una volta comprati vengono poi consegnati, ma la procedura è farraginosa, viene richiesta una serie di dati e molti desistono specialmente i colleghi più anziani che sono molti».
«E’ un prodotto di nicchia, che viene utilizzato ancora dai turisti stranieri per mandare una cartolina magari da Roma o da Venezia, nei posti turistici…io ad esempio – aggiunge – ne vendo perché ho una tabaccheria in zona Castel Sant’Angelo (Vaticano) mentre per i biglietti di auguri per Natale o per le feste da spedire con il francobollo, francamente non ne ho venduto neanche uno e di conseguenza neanche un francobollo».
A soppiantare i francobolli sono le metodologie di comunicazione digitale, sempre di più «WhatsApp per gli auguri, le mail al posto delle lettere e la Pec per le raccomandate -spiega ancora Labib – Anche i valori bollati iniziano ad avere un mercato molto ristretto perché si acquistano le marche da bollo da 2 euro, da 16 euro, quelle per il passaporto, il resto, il contributo telematico, è diventato tutto telematico».
«C’è tanto da modificare nel nostro settore e stiamo lavorando con il viceministro Leo perché la legge è del ’57 – spiega – per portare modifiche strutturali a un sistema vecchio che ha retto per tanti anni».
Alle difficoltà di reperire francobolli per i malcapitati cittadini, non per forza nostalgici, che vogliono avvalersi del ‘vecchio’ metodo per raggiungere un amico o un parente, si aggiungerà a breve un ulteriore ostacolo dalla prevista drastica riduzione di cassette postali, le ‘cassette d’impostazione’, che verranno dimezzate e passeranno da 46.500 a 29.000, grazie a una delibera dell’Agcom.
Inoltre le classiche mail box rosse andranno in soffitta, saranno sostituite dalle ‘smart letter box’, dotate di uno schermo e di sensori in grado di percepire la presenza di lettere al loro interno e obbediranno a un nuovo criterio per la loro collocazione ovvero la distanza dal luogo di residenza, da un minimo di mezzo chilometro ad un massimo di 3 km.
(foto IMAGOECONOMICA))