
Il numero uno di Intesa Sanpaolo ha parlato ai microfoni di Sky TG24 da Davos, dove ieri ha introdotto il concerto inaugurale di cui la Banca è sponsor da diversi anni
L’ad del gruppo Intesa Sanpaolo, Carlo Messina ha detto di credere che «il 2024 sarà un anno comunque di crescita. Rispetto a quel che ci si aspettava alcuni anni fa, credo che siamo in una posizione sicuramente favorevole. Il 2024 sarà un anno in cui la crescita sarà in linea con quella del 2023 – questa è la nostra aspettativa – ma creando le basi per un’accelerazione nel corso del 2025».
In un’intervista a Sky Tg24 da Davos, Messima ha argomentato che vede «condizioni assolutamente tranquillizzanti e non vedo assolutamente elementi di preoccupazione”, ha aggiunto. Riferendosi poi sia all’Italia sia agli altri Paesi europei, Messina ha anche rilevato che i fondamentali “sono solidi”, sono “molto forti e questo lascia tranquilli sul’evoluzione attesa».
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Messina ha poi ribadito di ritenere l’inflazione ormai “sotto controllo” e di attendersi una riduzione dei tassi d’interesse nella seconda metà di quest’anno. L’ad del gruppo Intesa Sanpaolo ha infine rilevato che grazie ai suoi fondamentali “molto forti“, in Italia ci siano «tutti i presupposti – attraverso una combinazione di riduzione del debito e accelerazione degli investimenti – per poter essere paragonabili alla Germania».
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Quanto al come ridurre il debito, il top manager è tornato a suggerire la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico. «La riduzione del debito deve essere realizzata tenendo presente che lo Stato detiene 300-400 miliardi di euro di immobili. E non ha nessun senso che un Paese con una dimensione del debito pubblico come la nostra detenga la proprietà di questi immobili. Quello che occorre fare è un grande progetto di valorizzazione di questo patrimonio utilizzando i grandi investitori, che possono avere interesse a comprare. Ma anche le famiglie, che potrebbero trovare delle occasione di investimento».
«Certo – ha rilevato – si tratta di un progetto non facile, che va costruito. Ma questa è una fase che richiede di essere coraggiosi e fare cose anche non facili. E’ il momento in cui il nostro Paese può giocarsi una partita e liberare risorse da destinare alla lotta alla disuguaglianze e per aiutare le fasce delle persone più in difficoltà».
(foto ANSA)