Taglio del nastro ai padiglioni di Fiera Milano, apre così l’edizione numero 62 del Salone del Mobile. Il titolo della manifestazione 2024 è Dove il disegno si evolve, fino a domenica 21 aprile. All’inaugurazione il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, quello all’Agricoltura Francesco Lollobrigida e quello al Turismo Daniela Santanché.
Un Salone che conta quasi 2 mila espositori in tutto, con Eurocucina e Arredobagno come saloni biennali e il Salone Satellite, il più innovativo, dedicato ai giovani designer e alle startup da tutto il mondo che compie 25 anni. In un formato però compatto: 600 metri di lunghezza, la metà del 2023. Fra le star di questa edizione anche il regista David Lynch, che ha progettato una installazione.
Per festeggiare i 25 anni del Salone satellite all’apertura anche Marva Griffin con una rappresentanza di giovani designer, uno per ogni Paese partecipante. Presenti anche i vertici di Fiera Milano, con l’ad Francesco Conci, e di Fondazione Fiera Milano, con Enrico Pazzali.
Questa edizione nei suoi 174.457 metri quadrati monoplanari, ospita oltre 1.950 espositori da 35 Paesi, 185 brand tra debutti e ritorni. Un focus tra i padiglioni di Rho con le due biennali dedicate alla cucina e un biglietto speciale per gli studenti a 15 euro. All’apertura ai tornelli centinaia di persone in coda per visitare i padiglioni di questa che da molte parti considerano una edizione record.
L’intervento del ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso all’inaugurazione del Salone del Mobile di Milano è sull’Europa e di come si avverta la necessità di cambiarla.
«Intorno all’Europa c’è un mondo in turbolenza. Ci siamo resi conto di quanto siano fragili le catene del valore e per questo occorre cambiare la politica industriale europea, passando dall’Europa dei consumatori all’Europa dei produttori». Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo al convegno inaugurale del Salone del Mobile, in corso alla Fiera di Rho.
«Servono nel Vecchio Continente politiche industriali sugli investimenti di chi produce in Europa, tutelandola da concorrenza sleale e contraffazione – per questo, il ministro ribadisce più volte – è necessario un cambiamento radicale nelle politiche dell’Europa».