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Economia

Manovra 2025, in Consiglio dei ministri l’esame del Piano strutturale di bilancio

Maria Vincenza D'Egidio
17 Settembre 2024
Manovra 2025, in Consiglio dei ministri l’esame del Piano strutturale di bilancio
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Mef: “Possibile deficit sotto il 3% nel 2026”, Arriva anche l’ok a testo unico riscossione

La manovra 2025 è pronta a decollare. Sul tavolo del Consiglio dei ministri, il governo ha esaminato il Piano strutturale di bilancio (Psb), nuovo documento economico previsto dalle regole europee. La riunione ha preso visione di uno “schema” di medio termine in attesa che il Ministero dell’Economia recepisca i dati sulla revisione generale delle stime degli ultimi 5 anni, che l’Istat renderà noti il 23 settembre.

All’ordine del giorno del Cdm anche l’esame preliminare di un decreto legislativo sul testo unico in materia di versamenti e di riscossione. Sempre in esame preliminare sono approdati in Cdm altri due decreti legislativi che integrano e correggono un precedente dlgs di due anni fa in materia di mediazione civile e commerciale e negoziazione assistita; e uno presentato dal Ministero della Salute. Infine, esame preliminare anche per un decreto del presidente del Consiglio dei ministri sul Regolamento di organizzazione del Ministero dell’istruzione.

Il Consiglio dei ministri ha esaminato lo schema del Piano Strutturale di Bilancio di medio termine, introdotto nell’ambito della riforma delle regole di bilancio europee. La traiettoria di spesa netta inserita nel Piano, che rappresenta il nuovo indicatore univoco sottoposto alla sorveglianza della Commissione, è in linea con le aspettative delle autorità europee, dice il Mef.

Nell’orizzonte temporale considerato dal Piano il tasso di crescita della spesa netta si attesterà su un valore medio prossimo all’1,5 per cento. La traiettoria, inoltre, è coerente con l’andamento dei principali saldi di finanza pubblica già previsto dal Programma di Stabilità dello scorso aprile.

Il Piano, precisa la nota del Mef, ha due finalità programmatiche: la definizione del percorso della spesa netta aggregata, ovvero la spesa non finanziata da nuove entrate o risorse europee senza contare gli interessi passivi sul debito e gli effetti ciclici di particolari tipologie di spesa; un piano di riforme e degli investimenti da realizzare in un determinato periodo. In ogni caso all’Italia si applica la procedura di deficit eccessivo prevista dal precedente patto di stabilità.

«Il governo continua a portare avanti una politica fiscale prudente e responsabile, proponendo un percorso di rientro dal disavanzo eccessivo realisticamente più ambizioso di quello prefigurato dalla Commissione europea attraverso la traiettoria tecnica, impegnandosi a scendere sotto la soglia del 3% del rapporto deficit/PIL già nel 2026», si legge in una nota del Mef dopo l’illustrazione del Psb in Consiglio dei ministri.

«Dopo il 2026, il percorso proposto consentirà di garantire la stabilità del debito pubblico italiano e permettere alla finanza pubblica di affrontare con maggiore efficacia le sfide future». Il Piano strutturale di bilancio definisce anche le linee strategiche relative alle riforme e agli investimenti che il Governo ritiene di realizzare nell’orizzonte di riferimento, in particolare quelle funzionali all’estensione da 4 a 7 anni del periodo di aggiustamento.

Il Piano, precisa la nota, include riforme ed investimenti che proseguono il percorso intrapreso con il Pnrr e lo aggiornano per agire con maggiore incisività su sfide quali la PA, giustizia, miglioramento dell’ambiente imprenditoriale, compliance fiscale. Il Psb ora sarà trasmesso alle Camere dopo aver recepito le revisioni statistiche apportate dall’Istat e che saranno rilasciate il prossimo 23 settembre.

Il viceministro dell’Economia e Finanze Maurizio Leo ha annunciato che «dopo i testi unici su giustizia tributaria, tributi erariali minori e sanzioni tributarie, attualmente all’esame del Parlamento, oggi il Consiglio dei ministri ha approvato in prima lettura il testo unico in materia di versamenti e di riscossione. Si tratta del quarto testo unico approvato dal governo Meloni, a dimostrazione del nostro impegno costante per semplificare e razionalizzare le attuali norme in materia tributaria – aggiunge – Rispetto al percorso dei testi unici, con l’approvazione del provvedimento odierno, possiamo dire di essere a metà del percorso. In totale ne sono previsti otto – conclude Leo – Andiamo avanti nel percorso di attuazione della riforma fiscale, per la costruzione di un fisco più equo e moderno».

Il Testo unico sui versamenti e la riscossione, approvato in via preliminare oggi dal Consiglio dei ministri, è composto da oltre 240 articoli suddivisi in 9 titoli, dalla riscossione spontanea ai rimborsi, dalla riscossione coattiva alla mutua assistenza per il recupero dei crediti sorti nel territorio nazionale o in uno stato membro Ue.

Il Testo, il quarto degli otto testi unici previsti dalla delega fiscale, è di carattere compilativo e attua la delega al governo nel rispetto di specifici criteri e principi direttivi: ricognizione della normativa vigente sulla materia oggetto di riordino, contenuta in fonti diverse; coordinamento della normativa vigente mediante interventi resi necessari da modificazioni apportate da leggi successive; abrogazione delle disposizioni da ritenersi superate e rilevazione delle abrogazioni già operate dalle precedenti fonti legislative.

Mentre il Mef traccia la traiettoria della spesa pubblica per i prossimi anni, arrivano segnali incoraggianti sul fronte dei conti pubblici. Banca d’Italia fa sapere che a luglio il debito pubblico italiano è calato a 2.946,6 miliardi, 1,1 miliardi in meno rispetto al mese precedente, anche se sempre a un passo da quota 3 miliardi.

Via Nazionale conferma inoltre il buon andamento delle entrate tributarie, che nei primi sette mesi di quest’anno sono salite a 309,3 miliardi. Dati positivi arrivano anche per quanto riguarda l’inflazione che ad agosto è scesa a 1,1%, tre decimali in meno in un mese con il carrello della spesa in frenata a +0.6%.

Dopo il varo, il Psb approderà in Parlamento con l’esame atteso nella prima settimana di ottobre. Poi ci sarà l’invio a Bruxelles, slittato dalla scadenza iniziale del 27 settembre su richiesta dell’Italia e di diversi altri Paesi membri. Dal 15 ottobre infine partirà l’iter del Documento programmatico di bilancio.

FOTO: Ansa
  • consiglio dei ministri
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