A livello globale stiamo consumando l’equivalente di 1,7 Pianeti all’anno, cifra drammatica che potrebbe arrivare nel 2030 a due pianeti sulla base delle tendenze attuali. Siamo in deficit ecologico, in altre parole spendiamo più delle risorse rinnovabili che abbiamo e immettiamo in atmosfera più CO2 della capacità che hanno gli ecosistemi di assorbirla.
Il 1° agosto è l’Earth Overshoot day 2024, il giorno del sovrasfruttamento della Terra, che viene calcolato annualmente dal Global Footprint Network, organizzazione internazionale per la sostenibilità. Ciò significa che quel giorno l’umanità ha finito tutte le risorse che la natura avrebbe prodotto durante l’intero 2024 e inizia ad essere in debito. Ne abbiamo parlato con Roberto Grossi, Vice Direttore di Etica Sgr, società di gestione del risparmio italiana focalizzata su soluzioni di investimento etiche e responsabili.
L’Overshoot day arriva ogni anno sempre prima, perché?
«L’Overshoot Day è quel giorno dell’anno in cui la domanda di risorse e servizi ecologici da parte dell’umanità supera l’offerta di risorse che la Terra è in grado di rigenerare. Ha un’incidenza anche il superamento della soglia di immissione di CO 2 e altri gas climalteranti, in particolare il momento in cui tali emissioni rilasciate nell’atmosfera eccedono la capacità degli ecosistemi di assorbirli. Nel 2024 a livello globale la data che segna l’esaurimento delle risorse naturali disponibili è stata il 1° agosto, un giorno prima rispetto allo scorso anno. La regressione avuta negli ultimi anni è dovuta alle continue pressioni che le attività umane esercitano sulle risorse. Le emissioni di anidride carbonica, l’estrazione di minerali, lo sfruttamento delle risorse idriche, come l’espansione delle aree urbane e industriali a scapito di habitat naturali sono solo alcuni esempi di questo eccessivo sfruttamento».
La data fissata per quest’anno è stata il 1° agosto: cosa è successo da allora e quali sono i rischi di un deficit ecologico?
«Dal 1° agosto stiamo utilizzando risorse extra, ossia beni naturali che in realtà non potremmo permetterci. In questo modo, utilizzando più risorse di quelle che il Pianeta è in grado di rigenerare in un anno, stiamo usufruendo di risorse che invece erano destinate alle generazioni future. Questo peggioramento, nell’attuale fase della lotta al cambiamento climatico, per allineare tutti i gas serra all’obiettivo di 1,5°C, pesa come un macigno. Inoltre, lo sfruttamento eccessivo delle risorse contribuisce a portare conseguenze di carattere sociale e politico, come guerre, povertà e cattiva governance, minacciando così anche la pace e la sicurezza globali. Solo dando una priorità politica al cambiamento climatico, alla perdita di biodiversità e all’inquinamento potremmo salvare il nostro Pianeta. In termini pratici siamo in attesa del prossimo imminente vertice diplomatico mondiale, la Cop29, che si terrà dall’11 al 22 novembre 2024 per disporre delle informazioni disponibili sull’attuale situazione».

Roberto Grossi, Vicedirettore di Etica Sgr
Quali sono i Paesi che per primi al mondo consumano le risorse disponibili? Ed in Europa, nello specifico, qual è la situazione?
«Tenendo come riferimento i dati del 2024, i Paesi che per primi al mondo hanno consumato le risorse disponibili sono stati Qatar, Lussemburgo ed Emirati Arabi Uniti. Questi Paesi, infatti, consumano per tutto l'anno materie prime che non possiedono tanto è vero che il loro Overshoot day 2024 è stato tra i primi, rispettivamente l’11 febbraio, il 20 febbraio e il 4 marzo. Per quanto riguarda l’Europa, il giorno in cui ha iniziato a consumare risorse naturali a debito si è verificato il 3 maggio, con Estonia e Lettonia che mostrano un uso meno sostenibile delle proprie risorse. Per loro, infatti, il giorno d’inizio del deficit di materie prime e capacità di assorbimento di CO 2 è stato rispettivamente il 9 e il 13 marzo. Situazione problematica anche per la Danimarca che, rispetto al 2023, ha esaurito le risorse rigenerabili 12 giorni prima, il 16 marzo».
Secondo un recente report del WWF oggi per soddisfare i consumi annui degli italiani sarebbero necessarie più di 4 Italie. È necessario invertire questo trend. Come secondo Etica Sgr?
«In qualità di unica società italiana del risparmio gestito che propone esclusivamente fondi comuni di investimento etici e responsabili, siamo convinti che un modo per invertire il trend e salvaguardare il Pianeta sia orientare i capitali da investire nella direzione di un’economia a basso impatto ambientale e considerare i rischi climatici nelle scelte di investimento. Un solido sistema di gestione dei rischi ambientali, ma anche sociali e di governance, nel sistema di valutazione e quotazione di un’impresa è, infatti, essenziale per tutelare gli investitori. Inoltre, l'integrazione dei criteri di sostenibilità rende le aziende più competitive e le prepara ad affrontare con successo le sfide future. Da questo punto di vista, Etica include nel proprio portafoglio soltanto quelle società virtuose che dimostrano di essere sostenibili da un punto di vista ambientale, oltre che sociale e di buon governo. Il cambiamento climatico è stato un tema centrale anche nell’attività di dialogo con il management delle imprese in cui investono i fondi e di azionariato attivo (esercizio dei diritti di voto connessi alla partecipazione al capitale sociale di queste aziende) tradotto in politiche ambientali di rendicontazione delle emissioni, presenza di target di riduzione delle emissioni e di progetti verso una low carbon economy oltre che di monitoraggio e di assesment dei rischi dei propri impianti produttivi e lungo la catena di fornitura».
Insomma viviamo e consumiamo con una mentalità focalizzata sul “qui ed ora”. Questo non è sostenibile. E’ necessario promuovere fin da subito politiche che incentivino la riduzione dell’impatto ambientale, con un impegno congiunto di tutti gli attori economici e mettendo in campo investimenti consapevoli che possano proteggere le risorse naturali per le future generazioni.