L’attività manifatturiera dell’area euro è peggiorata a novembre confermando la fase di contrazione. L’indice Pmi di S&P Global, realizzato raccogliendo le opinioni dei responsabili acquisti delle aziende, è calato a 45,2 punti dai 46 di ottobre, segnalando quindi “un forte peggioramento delle condizioni manifatturiere” dovute a “contrazioni maggiori dei nuovi ordini manifatturieri, produzione, attività di acquisto e giacenze“.
«I dati raccolti a novembre appaiono terribili – è il commento di Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank. – È come se la recessione del manifatturiero dell’eurozona non è destinata a diminuire e, con i nuovi ordini in calo veloce e accelerato, non ci sono segni di una imminente ripresa. Secondo le nostre previsioni a brevissimo termine, la produzione del settore manifatturiero del quarto trimestre calerà dello 0,7% rispetto a quello precedente, indicando un crollo che probabilmente si estenderà al nuovo anno».
Il settore manifatturiero tedesco è rimasto saldamente in territorio di contrazione a novembre, mentre le aziende lottano con la debolezza della domanda e la pressione competitiva, evidenziando le sfide in corso per l’economia più grande d’Europa. Il dato è rimasto fermo a 43 punti, invariato rispetto a ottobre. Questa lettura finale è leggermente inferiore alla lettura preliminare di 43,2 e rimane ben al di sotto della soglia di 50 punti che separa la crescita dalla contrazione.
L’occupazione nel settore è stata ridotta per il 17° mese consecutivo, con un’accelerazione del tasso di riduzione dei posti di lavoro vicino al record di 49 mesi di settembre. Quasi il 29% delle aziende ha dichiarato di aver ridotto il personale, riflettendo gli sforzi in corso per allineare i livelli dei dipendenti con il calo dei carichi di lavoro.
Nonostante queste sfide, c’è stata una leggera ripresa della fiducia delle imprese, che è diventata positiva per la prima volta in tre mesi, anche se rimane ancora bassa rispetto agli standard storici.
Il settore manifatturiero francese ha visto a novembre il più forte calo di nuovi ordini dalla prima ondata della pandemia Covid-19 nel 2020, penalizzato da un indebolimento della domanda sia a livello nazionale che internazionale. L’indice, compilato da S&P Global, è sceso a 43,1 punti a novembre da 44,5 a ottobre, segnando il ventiduesimo mese consecutivo al di sotto della soglia critica dei 50 punti. Il sottoindice relativo ai nuovi ordini si è attestato a 35,9, segnalando che il peggio deve ancora venire per la produzione industriale.
L’attività manifatturiera italiana a novembre si è contratta per l’ottavo mese consecutivo, con un persistente calo della produzione e dei nuovi ordini. Il dato è calato a 44,5 da 46,9 di ottobre, registrando la lettura più bassa dal novembre dello scorso anno.
Tutte le principali componenti dell’indice sono scese al di sotto della soglia chiave di 50, con il sottoindice della produzione che è scivolato a 43,3 da 46,8 del mese precedente e l’indicatore dei nuovi ordini che è diminuito a 41,9 da un precedente 45,1.