Anche il colosso Uber aderisce alla protesta di domani delle associazioni di Ncc contro i decreti Salvini. «Uber conferma il proprio impegno nella difesa del diritto alla mobilità e al lavoro e ribadisce la necessità di tutelare l’esigenza dei cittadini di potersi muovere in modo rapido, sicuro e accessibile, evitando che rigide normative penalizzino chi utilizza i servizi Ncc», spiega l’azienda. In concomitanza delle manifestazioni, a Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma, Venezia, Trieste, Cagliari, Catanzaro e Palermo, i servizi Uber Black, Reserve, Van, Lux e Green saranno temporaneamente sospesi.
Il decreto anti abusivismo è contestato dalle associazioni di categoria. L’entrata in vigore della normativa è prevista più o meno in concomitanza con l’inizio del nuovo anno. Le principali modifiche introdotte riguardano le informazioni obbligatorie che ogni operatore Ncc dovrà inserire nella piattaforma elettronica, come i dati del conducente, quelli del committente, l’orario di inizio e di termine del servizio, il luogo di partenza e di arrivo e la targa del veicolo utilizzato.
L’aspetto più contestato dalle imprese riguarda però l’introduzione di una pausa obbligatoria di venti minuti tra una corsa e quella successiva qualora la partenza del viaggio non avvenga presso la rimessa. «Questo è inconcepibile – spiega Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasporti, associazione che rappresenta la maggioranza degli Ncc del Paese. – Per raggiungere lo scopo Salvini vara un atto incostituzionale e che mina la sicurezza stradale. Solo quattro anni fa la Consulta demolì proprio il pilastro principale dei nuovi decreti, ovvero il rientro in rimessa dopo ogni servizio, e oggi ci riprovano. Un Ncc, aggiunge, non può stazionare su suolo pubblico quindi, in attesa che passino quei 20 minuti per poter iscrivere il nuovo servizio sul foglio elettronico, l’Ncc non potrà attendere per strada se non vorrà rischiare il fermo del veicolo fino a otto mesi».