Non sono solo peluche: i Labubu, creature dall’aspetto “creepy-cute” prodotte dalla cinese Pop Mart, sono diventati un fenomeno culturale e commerciale globale.
A Milano, ad esempio, il 25 aprile mentre in città si celebrava la Festa della Liberazione, centinaia di giovani affollavano Corso Buenos Aires per un altro tipo di rituale: l’attesa per l’uscita della nuova collezione Labubu nel flagship store Pop Mart. Un pellegrinaggio pop che, a prima vista, potrebbe apparire frivolo. Ma dietro questi pupazzi inquieti e teneri, metà peluche metà vinile, si nasconde un business miliardario in piena espansione.
Il marchio Labubu nasce dalla collaborazione tra l’artista Kasing Lung e Pop Mart, colosso cinese dei designer toys. In pochi anni, questi personaggi dalla fisionomia mostruosa e infantile sono diventati oggetti da collezione ambiti, in particolare per il pubblico Gen Z e per gli appassionati di blind box: confezioni a sorpresa che rendono ogni acquisto un terno al lotto.
Secondo Business Insider, nel solo 2024, Pop Mart ha raggiunto un fatturato di 13,04 miliardi di yuan (circa 1,8 miliardi di dollari), con la linea “The Monsters” — quella che include i Labubu — responsabile di 3,04 miliardi di yuan (oltre 420 milioni di dollari), pari al 23% delle entrate complessive dell’azienda.
Il boom è partito dall’Asia ma si è rapidamente esteso a Europa e Nord America. Stando ai dati riportati da DAO Insights, nella prima metà del 2024 le vendite internazionali del brand sono cresciute del 259,6%, raggiungendo 1,35 miliardi di yuan, circa 189 milioni di dollari.
Il Sud-est asiatico guida il mercato estero con oltre 560 milioni di yuan (circa 77 milioni di dollari), ma Pop Mart ha dichiarato di voler investire massicciamente anche in Europa — e l’evento di Milano ne è la conferma più evidente.
Non solo la Labubu-mania ha dato vita a un fiorente mercato secondario. Su piattaforme come Vinted e StockX, i pezzi rari possono raggiungere cifre stellari: fino a 800 euro per esemplari introvabili o fuori produzione, come riportato da Vogue Business e The Daily Scrum News. I modelli più recenti, venduti al dettaglio tra i 15 e i 20 euro, sono spesso acquistati in blocco e rivenduti online a prezzi anche dieci volte superiori.
A contribuire al successo globale anche la visibilità garantita da celebrità come Lisa delle Blackpink, che ha condiviso la sua collezione di Labubu sui social dichiarandosi “ossessionata” da questi mostriciattoli — un’endorsement da milioni di follower.
Il fascino sta tutto nell’estetica kawaii-trasgressiva e nell’effetto sorpresa. Ma soprattutto nella scarsità programmata: ogni collezione ha pezzi “segreti” o a tiratura limitata, che trasformano un giocattolo in un piccolo investimento. Un meccanismo che ricorda quello delle sneaker da collezione o dei NFT, ma con un tocco più tenero e tangibile.
Il 25 aprile a Milano è stato solo uno dei tanti segnali. Il fenomeno è destinato a crescere, complice l’apertura di nuovi store fisici e l’espansione e-commerce. Il Labubu, da peluche virale, si è ormai trasformato in una vera e propria icona pop del nostro tempo — e in un asset da collezionisti.