Dopo la pesante sconfitta per 3‑0 contro la Norvegia, Luciano Spalletti ha annunciato in conferenza stampa che si separerà dalla nazionale azzurra con una risoluzione consensuale del contratto. L’imminente impegno contro la Moldavia, valido per le qualificazioni al Mondiale 2026, sarà la sua ultima apparizione in panchina.
Arrivato a Coverciano, Spalletti ha dichiarato di «aver sempre interpretato il ruolo come un servizio alla patria» e di voler rendere il passaggio alla federazione il più agevole possibile, spiegando: «Farò la risoluzione del contratto». Nonostante il dispiacere per l’esonero comunicato dal presidente Gravina, Spalletti ha ribadito di non aver mai pensato di dimettersi: «Non avrei mollato».
Stando alla Gazzetta dello Sport, le trattative si sono chiuse sabato notte a Coverciano. Gravina avrebbe preferito rimandare l’annuncio, ma Spalletti ha chiesto chiarezza immediata per evitare ulteriori tensioni all’interno della squadra. La risoluzione consensuale prevede che il tecnico rimanga in carica fino al termine della partita con la Moldavia di oggi, 9 giugno, e percepisca l’ultimo stipendio nella stessa giornata: niente buonuscita e contratto chiuso senza ulteriori trattative.
Contesto e impatto sportivo
Spalletti aveva assunto la guida della Nazionale nell’agosto 2023, sostituendo Roberto Mancini. Sotto la sua direzione, gli azzurri hanno vissuto un Europeo deludente nel 2024 e una fase iniziale complicata delle qualificazioni mondiali, culminata con la sconfitta di Oslo.
Secondo la FIGC, il ko contro la Norvegia ha rappresentato un punto di svolta che ha compromesso i margini di qualificazione e favorito la decisione di cambiare guida tecnica, anche per dare una scossa in vista della ripartenza; l’addio al ct sembra formulare un reset nel progetto azzurro .
Il bilancio economico: costi immediati e futuri risparmi
La risoluzione consensuale, senza buonuscita, implica che Spalletti percepirà lo stipendio solo fino al 9 giugno, senza ulteriori risarcimenti. Una modalità economica più “leggera” su bilancio federale, che evita il pagamento di mensilità extra. Sul contratto del tecnico, le voci sono ballerine: da 2,8 a 3,2 milioni all’anno.
Sul fronte dei costi indiretti, l’arrivo di un nuovo ct comporterà investimenti— in staff tecnico, formazione e aggiornamento tattico per la squadra — stimati intorno ai 500–700mila euro, secondo fonti interne alla Federazione.
Conclusioni e orizzonte futuro
Spalletti chiude la sua esperienza con un bilancio complesso: l’esonero arrivato sul campo, ma definito con garbo e consenso. L’addio consente di contenere i costi a breve termine, ma impone alla FIGC una scelta rapida per la prossima guida tecnica. Claudio Ranieri sembra in pole, seguito da Stefano Pioli e Daniele De Rossi.
Dal punto di vista sportivo, l’obiettivo è ricostruire un progetto solido in vista della ripartenza verso il Mondiale. Dal punto di vista economico, la federazione evita un esborso pesante immediato, ma dovrà investire con decisione sul nuovo percorso tecnico— a beneficio delle chances azzurre e della stabilità della gestione.
(foto ANSA)