
E l’Italia continua solo a fare tante chiacchiere
Mentre il nostro premier continua a fare promesse agli italiani davanti ad una telecamera, rassicurandoli che il Governo sta facendo di tutto per risollevare l’economia, pesantemente provata dal Coronavirus (in realtà però molte aziende e famiglie hanno avuto a fatica i soldi o li aspettano tutt’ora), c’è chi è più concreto ed invece di fare tante chiacchiere passa direttamente ai fatti. E’ il caso della Germania che ha approvato un nuovo piano di stimoli da 130 miliardi. Un consistente pacchetto di aiuti all’economia per il 2020 ed il 2021. Lo ha confermato la stessa cancelliera Angela Merkel, che ha spiegato come in questo nuovo provvedimento ci sono aiuti per tutti.
La misura più importante è la riduzione temporanea nel secondo semestre 2020 dell’Iva dal 19 al 16% (e dell’aliquota ridotta dal 7 al 5%) per incentivare la domanda interna. Solo questa misura costerà da sola 20 miliardi. Altri 25 miliardi di euro saranno investiti in nuovi prestiti destinati alle piccole e medie aziende, mentre ci saranno 6 miliardi di trasferimenti aggiuntivi ai Comuni e circa 5 miliardi destinati al bonus da 300 euro per ogni figlio. E poi ancora incentivi all’acquisto di auto, sgravi fiscali per le imprese e aiuti alle famiglie.
La Germania ha già varato a marzo scorso un primo pacchetto di un valore senza precedenti (750 miliardi di euro) derogando alla regola del pareggio di bilancio. Incluse le garanzie sulla liquidità alle imprese, il primo pacchetto valeva ben 1.200 miliardi. Ora con questi nuovi stimoli si arriva a 1.500 miliardi di euro di aiuti, una cifra pari al 40% del Pil della Germania. Per fare un paragone, la stima più generosa del totale della spesa contro la crisi che il Governo italiano ha stanziato è di circa 500 miliardi di euro, poco più di un terzo della spesa tedesca.
Ora, lasciando da parte le possibilità economiche reali di uno Stato, la cosa veramente importante è che al di là delle misure ingenti stanziate, gli aiuti tedeschi sono quasi tutti arrivati a destinazione in tempi brevi. E’ vero, ci sono stati problemi nel far arrivare prestiti e liquidità alle grandi imprese, ma i trasferimenti ai lavoratori autonomi e alle piccole imprese hanno funzionato piuttosto bene quasi ovunque.
Non si può dire lo stesso purtroppo dell’Italia dove un sistema bancario in affanno ed una pubblica amministrazione non proprio efficiente hanno causato, e causano ancora, molti ritardi e problemi. All’inizio di giugno, soltanto un quarto dei prestiti garantiti dallo stato richiesto dalle imprese è stato concesso dal sistema bancario, mentre quasi un terzo di coloro che hanno fatto domanda per la cassa integrazione è ancora in attesa dei pagamenti. Questo solo per fare un esempio. Molti professionisti poi, che fanno riferimento alle casse private, come commercialisti e giornalisti, sono stati esclusi (o forse dimenticati) dal pacchetto di aiuti previsto nel decreto Rilancio. Tant’è vero che Gualtieri ha parlato di una integrazione al testo giorni fa. Ma ancora nessuno sa niente.
di: Maria Lucia PANUCCI
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