
In videoconferenza i 27 membri dell’Ue parleranno del Recovery Fund proposto dalla Commissione europea. Ma è solo la prima tappa
Quella di oggi sarà solo il primo di una serie di summit in cui i 27 Paesi dell’Ue discuteranno del piano proposto dalla Commissione europea, il cosiddetto Next Generation Eu, il fondo europeo da 750 miliardi totali (500 mld di trasferimenti e 250 mld di prestiti) da mettere in campo per fronteggiare le drammatiche conseguenze generate dalla pandemia. I soldi serviranno per aiutare soprattutto i Paesi più colpiti dal Coronavirus e la fetta maggiore dovrebbe arrivare all’Italia anche se, come già abbiamo sottolineato in precedenza, i fondi arriveranno in tranche e, cosa ancora più preoccupante, non subito (leggi qui).
Parole queste confermate anche dal primo ministro del Lussemburgo Xavier Bettel che, intervistato da France 24, ha delineato i termini del problema che i 27 capi di Stato e di Governo si troveranno ad affrontare a partire da oggi, nel Consiglio Europeo. “Tutti i Paesi europei devono essere pronti a fare uno sforzo di solidarietà per aiutare chi è stato duramente colpito dalla crisi provocata dalla pandemia di Covid-19, ma quelli che “chiedono solidarietà” devono anche essere “pronti” al fatto che ci siano delle regole sul funzionamento di questa solidarietà e anche dei “controlli. Questa sarà la formula magica che dovremo elaborare, alla fine“.
Il vertice si terrà tra poco sempre in video conferenza, date le difficoltà logistiche che tuttora si incontrano nel raggiungere Bruxelles, ed è solo la prima tappa di un percorso che si preannuncia in salita, vista la contrarietà dei Frugali, pronti a ripresentare la loro proposta alternativa basata su aiuti-prestiti (leggi qui). Lo ha ribadito anche il Commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni che ha parlato di “una tappa intermedia per avvicinare un po’ le posizioni e per capire le differenze tra i capi di Stato e di governo“. Lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha avvertito che il Consiglio Europeo avrà solo “natura consultiva“. “Il vertice non può essere decisivo anzitutto per la complessità della proposta, in secondo luogo, perché in videoconferenza non si possono svolgere veri incontri bilaterali, necessari per arrivare ad un’intesa su una materia complessa come l’Mff, quest’anno arricchita da uno strumento inedito come il Recovery Plan“, ha spiegato.
Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel valuterà i risultati di questa prima discussione e lavorerà ad un pacchetto da negoziare, cercando un consenso tra le Capitali su un accordo che si punta a raggiungere nel mese di luglio. Ancora non si conosce la data del summit successivo, che sarà con ogni probabilità fisicamente a Bruxelles. Ci sono diverse date in ballo, si è parlato del 9 luglio o del 17, ma Michel deciderà il da farsi solo dopo la riunione di oggi.
Ago della bilancia potrebbero essere Germania e Francia che da tempo premono per un fondo di risorse paneuropeo, come era il loro il piano da 500 miliardi (leggi qui). In particolare potrebbe essere proprio Berlino la chiave per sbloccare le trattative: la cancelliera tedesca Angela Merkel ha ripetuto in più occasioni, l’ultima ieri, che la crisi europea si risolvere solo con un piano comune (leggi qui).
Una cosa è certa: sembra davvero improbabile, visti i precedenti, che si possa arrivare ad una quadra definitiva già alla fine dell’estate, così come si augura la stessa Merkel. Un augurio appunto, perché di fattibile questa previsione ha ben poco.
di: Maria Lucia PANUCCI
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